L’informativa del ministro della Difesa alla Camera e al Senato sugli attacchi alla Flotilla ha sollevato interrogativi sulla posizione del governo italiano. Il ministro Guido Crosetto ha respinto le accuse di corresponsabilità nel conflitto a Gaza, sottolineando che la presidente del Consiglio non ravvisa alcuna corresponsabilità nelle azioni del governo Netanyahu. Crosetto ha insistito che etichettare l’Italia come corresponsabile del genocidio «non aiuta il governo a fare il proprio compito». Commentando le parole di Meloni durante l’Assemblea dell’Onu, il ministro ha inoltre interrogato sulla necessità di «mettere a repentaglio l’incolumità di cittadini italiani per portare aiuti a Gaza», dopo aver consultato diverse forze politiche. Ha ribadito «la più ferma condanna per quanto accaduto», definendo «totalmente inaccettabili» gli attacchi a imbarcazioni civili, che violano i valori fondamentali della Repubblica italiana, ossia «il rispetto del diritto internazionale, la tutela della vita umana, la difesa della libertà di manifestazione pacifica», riporta Attuale.
Gli aiuti umanitari italiani per Gaza
Crosetto ha rivendicato il ruolo dell’Italia negli aiuti ai palestinesi, sottolineando come «il primo aiuto occidentale che è arrivato ai palestinesi è stata nave Vulcano». Ha ricordato l’operazione Futuro Gaza e il supporto fornito con elicotteri italiani all’operazione giordana di aiuto a Gaza. «Siamo la prima nazione occidentale» a intervenire concretamente, ha affermato Crosetto, chiedendo il riconoscimento dei risultati ottenuti: «Non riconosciamolo al governo Meloni, non è un merito al governo Meloni, ma riconosciamocelo ogni tanto come Italia che qualcosa l’abbiamo fatta e continuiamo a farla con determinazione».
La posizione critica verso Netanyahu ma dialogo aperto
Il governo italiano ha assunto «posizioni molto dure, molto nette e molto chiare con Israele per la politica che Netanyahu ha voluto fare», ha spiegato il ministro. Tuttavia, ha rivendicato la scelta di non aver chiuso il canale di dialogo: «Se noi avessimo chiuso il canale di dialogo non avremmo neanche l’opportunità di provare a far ragionare, provare a prevenire problemi, provare a far cessare quella guerra».
La nave Fasan «dovere di Stato»
Riguardo all’invio della nave italiana Fasan nell’area della Global Sumud Flotilla, Crosetto ha precisato: «Non è una nave di scorta. Si tratta di intervenire a difesa dei nostri cittadini, non è un atto di guerra, una provocazione: è il dovere di uno Stato nei confronti dei nostri cittadini». Il ministro ha chiarito che le iniziative di mediazione per la consegna indiretta degli aiuti a Gaza «non sono un tentativo di sminare politicamente l’iniziativa della flottiglia», ma servono a tutelare la sicurezza degli italiani a bordo. Ha ribadito auspicio che i volontari accettino la proposta della Cei e del governo per la consegna degli aiuti.
L’impegno quotidiano per fermare la guerra
«Ogni giorno ci sono tentativi, anche con scontri che non sono sempre pubblici, con il governo israeliano per far cessare questi attacchi», ha rivelato Crosetto, sottolineando come nessuno voglia questa guerra. «Non c’è nessuno di noi che abbia la coscienza chiusa o non pianga quando vede scene come quelle che vediamo in televisione». Il ministro ha ammesso i limiti dell’azione italiana: «Purtroppo, abbiamo una limitazione della nostra possibilità di azione, nonostante quella limitazione abbiamo fatto tutto il possibile».
Non capisco come il governo italiano possa dire di non essere corresponsabile, mentre i nostri legami con Israele si fanno sempre più forti. Serve un dialogo, certo, ma è chiaro che non possiamo restare neutrali quando si parla di vite umane!!! La nave Fasan… un gesto simbolico ma con tanti interrogativi sul futuro. È tutto così complicato…