«Lavoriamo per Cecilia seguendo ogni strada. Le trattative si risolvono con azione diplomatica di alto livello». La leader Pd: siamo già in contatto con l’esecutivo, chiediamo di mettere in campo ogni iniziativa utile a far luce su questa vicenda
La notizia dell’arresto di Cecilia Sala a Teheran sta suscitando molte reazioni, a partire da chi ovviamente ne era informato da giorni, come il ministro della Difesa Guido Corsetto, che illustra anche le linee d’azione del governo: «Fin dal primo giorno, da quando è arrivata la notizia dell’inaccettabile arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità Iraniane, tutto il governo, in primis il presidente Giorgia Meloni e il Ministro Tajani, si è mosso per farla liberare». «Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro – continua Crosetto – le trattative con l’Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello. L’Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada».
L’opposizione incalza su questo il governo. «Siamo molto preoccupati – afferma la segretaria del Pd Elly Schlein. – per il fermo in Iran della giornalista Cecilia Sala e seguiamo il caso da vicino e con grande apprensione. Chiediamo da subito al governo, con cui siamo già in contatto, di mettere in campo ogni iniziativa utile a far luce su questa vicenda, chiarezza sui motivi di questo trattenimento e, soprattutto, a riportare Cecilia Sala in Italia quanto prima». Richiesta a cui si associano i radicali: «Chiediamo al governo, che si sta già adoperando, e alle istituzioni europee di vigilare e fare tutto il possibile per riportare quanto prima Cecilia a casa», dice Riccardo Magi, segretario di Più Europa.
«In questo momento – aggiunge Matteo Renzi – l’unica cosa che conta è che Cecilia Sala torni a casa subito. Massimo sostegno agli sforzi diplomatici del governo. E un abbraccio grandissimo alla famiglia di Cecilia e ai suoi colleghi giornalisti».
Il messaggio di Alessia Piperno
«A Cecilia Sala idealmente dico di tenere duro come ho fatto io per 45 giorni: nel carcere di Evin a noi stranieri fisicamente non torcono un capello, ma mentalmente ti provano molto. So cosa vuol dire il terrore di stare in una cella da soli. Abbraccio i suoi genitori, immagino il loro dolore che è come quello che hanno provato i miei”», dice Alessia Piperno, la scrittrice e travel-blogger arrestata in Iran nel 2022 e poi rilasciata dopo 45 giorni di detenzione nel carcere di Evin, lo stesso in cui ora è detenuta Sala.