Trump propone un piano di venti punti per la pace in Gaza
Il 4 ottobre 2025, l’ex presidente americano Donald Trump ha presentato un piano articolato in venti punti finalizzato a porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza e facilitare la liberazione degli ostaggi israeliani, attualmente detenuti da Hamas. Se accolto dalle parti coinvolte, il piano potrebbe terminare immediatamente le ostilità. Trump ha affermato che “entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele (che ha già detto sì, ndr.), tutti gli ostaggi, vivi e morti, saranno restituiti”. In cambio, Israele si è impegnato a liberare 250 detenuti condannati all’ergastolo e 1.700 cittadini di Gaza detenuti dal 7 ottobre 2023, riporta Attuale.
Chi ha redatto il piano?
Il piano è stato redatto dall’inviato di Trump, Steve Witkoff, e da suo genero, Jared Kushner, dopo aver consultato Israele e paesi europei e arabi.
Quale sarà il destino di Hamas?
I miliziani di Hamas saranno obbligati a disarmarsi e cedere il controllo della Striscia a un’amministrazione internazionale nota come “Board of Peace”. Quest’organo sarà guidato da Trump e includerà membri prestigiosi come l’ex primo ministro britannico Tony Blair. Gli elementi di Hamas che si impegneranno a una “coesistenza pacifica” e al disarmo riceveranno l’amnistia, mentre quelli desiderosi di lasciare Gaza avranno una via sicura verso paesi di accoglienza. Inoltre, le milizie non avranno alcun ruolo nella governance di Gaza.
Come sarà gestita la popolazione di Gaza?
Il piano prevede la riqualificazione della Striscia a beneficio della popolazione locale, sottolineando che nessuno sarà costretto a lasciare Gaza. Coloro che desiderano rimanere saranno incoraggiati a farlo e Trump ha rassicurato sul fatto che “Israele non occuperà né annetterà Gaza”, sebbene non vi siano garanzie simili per la Cisgiordania.
Quali sono le tempistiche per il ritiro israeliano?
Il piano prevede che l’esercito israeliano lascerà Gaza gradualmente, a seconda di un accordo con l’autorità di transizione. Alcuni analisti sono scettici riguardo a questo elemento, considerato troppo vago. Una forza di polizia palestinese, in collaborazione con Giordania ed Egitto, sarà responsabile della sicurezza interna, mentre le aree di confine rimarranno sotto la sorveglianza di Israele ed Egitto.
Quale ruolo avrà l’Autorità palestinese?
Nonostante venga menzionata, l’Autorità palestinese non avrà un ruolo immediato nell’amministrazione di Gaza fino a quando non completerà un programma di riforme, i dettagli delle quali non sono stati specificati. Questa situazione solleva preoccupazioni sulla tempistica del processo di trasferimento del potere.
Si parla di uno Stato palestinese?
C’è un accenno a un possibile Stato palestinese, ma la formulazione resta vaga. Si afferma che se l’ANP venisse riformata, si potrebbero creare le condizioni “per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese”.