L’ex leader del Movimento 5 Stelle sarà ancora inviato speciale per i Paesi del Golfo, e continuerà a contribuire alla gestione dei rapporti dell’Ue con Bahrain, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Oman, ed Emirati Arabi Uniti
Luigi Di Maio sarà ancora inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico e ricoprirà questo incarico fino al 28 febbraio del 2027. La richiesta di confermare l’ex ministro degli Esteri italiano nel ruolo, con uno stipendio d’oro da circa 15mila euro al mese, è arrivata dall’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, ed è stata accettata dai 27 Paesi membri con un voto degli ambasciatori al Psc (Political and security committee).
Ad anticipare la notizia è stato Il Foglio, che ha avuto accesso alla lettera che Kallas ha inviato a Giorgia Meloni lo scorso 20 dicembre per comunicare la decisione. La premier non si è opposta alla riconferma, così come non si oppose alla sua nomina, in quanto nonostante le distanze politiche al nostro Paese fa certamente comodo avere un proprio uomo a gestire dei rapporti dell’Ue con Bahrain, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Oman, ed Emirati Arabi Uniti.
Lavoro “eccellente”
Quello di inviato speciale per il Golfo è un ruolo nuovo, creato nella scorsa legislatura allo scopo di migliorare i rapporti con una regione strategica non solo per gli equilibri tra Europa, Asia e Africa ma soprattutto per le sue risorse energetiche.
E per Kallas il lavoro di Di Maio finora sarebbe stato “eccellente”, si legge nella lettera che afferma che l’ex leader del Movimento 5 Stelle ha dato “un grande contributo nel far avanzare la cooperazione Eu-Gcc”, e ha “svolto un ruolo chiave nello sviluppo di entrambe le cooperazioni regionale e bilaterale con i paesi del Golfo nel campo delle consultazioni politiche, dei dialoghi sulla sicurezza, sul commercio e investimenti, energia verde e relazioni people-to-people“.
Il vertice
Oltre alle varie missioni nei Paesi della regione, sono stati soprattutto due gli eventi alla cui organizzazione Di Maio ha contribuito, e che gli sarebbero valsi la riconferma: il forum di alto livello sulla sicurezza e la cooperazione regionali del Consiglio di cooperazione Ue-Golfo (Ccg), e soprattutto il primo Vertice tra Ue e Consiglio di cooperazione del Golfo dello scorso ottobre, che ha riunito i leader europei e quelli della regione a Bruxelles. “La sua presenza è stata determinante per il successo del Summit”, ha sostenuto Kallas nella lettera inviata a Meloni.
Candidato da Draghi
A candidare Di Maio per la posizione fu, verso la fine del suo mandato da premier italiano, Mario Draghi, che essendo interessato al ruolo chiave propose il nome del suo allora ministro degli Esteri. La nomina è arrivata però poi quando al governo c’era ormai Giorgia Meloni, che nonostante dichiarazioni pubbliche contrarie di diversi membri della maggioranza, abbracciò fin da subito la sua candidatura per realpolitik.
I rappresentanti speciali dell’Ue sono spesso ex ambasciatori ma a volte, come nel caso di Di Maio, anche politici con incarichi ministeriali. Guadagnano intorno ai 20mila euro al mese lordi e gestiscono budget che possono arrivare anche a cinque milioni di euro (Di Maio nello specifico ha avuto un budget di 1,8 milioni di euro per i primi 21 mesi del suo mandato). Il loro lavoro è strettamente connesso a quello dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, una sorta di ministro degli Esteri del blocco.