Disinformazione russa: nuova offensiva psicologica contro l’Ucraina

16.06.2025 09:30
Disinformazione russa: nuova offensiva psicologica contro l'Ucraina
Disinformazione russa: nuova offensiva psicologica contro l'Ucraina

Dal 9 giugno, la Russia ha lanciato una nuova operazione informativa e psicologica volta a screditare l’Ucraina nel panorama mediatico internazionale. Il cuore della narrazione manipolata? Una presunta “rinuncia ucraina allo scambio dei corpi dei soldati caduti”.

L’obiettivo della propaganda: creare fratture e confusione

Dietro questa campagna si nasconde una strategia precisa: indebolire la fiducia tra i militari ucraini, le loro famiglie e il governo, generando così un effetto demoralizzante sia all’interno della società ucraina che tra i suoi partner internazionali. Per amplificare questi falsi messaggi, il Cremlino si è appoggiato a media stranieri notoriamente vicini alla linea russa, tra cui alcuni portali ungheresi, cechi, slovacchi e francofoni, che hanno diffuso contenuti sincronizzati sia nei messaggi che nel linguaggio manipolativo.

La verità: è Mosca a bloccare lo scambio dei corpi

I fatti raccontano una storia diversa. È la Russia che sistematicamente ostacola la restituzione dei corpi dei caduti, usando i resti dei soldati come leva di pressione psicologica su Kyiv e sui familiari. Le procedure di rimpatrio sono complesse da un punto di vista giuridico, tecnico ed etico, e richiedono la cooperazione attiva di entrambe le parti. L’assenza di scambi non è mai stata una decisione unilaterale dell’Ucraina, ma il risultato di una strategia cinica del Cremlino, in aperta violazione del diritto umanitario internazionale.

L’impegno ucraino: umanità e professionalità in ogni fase

L’Ucraina, nonostante le difficoltà della guerra, continua a lavorare con determinazione per riportare a casa i propri caduti. Gli scambi avvengono regolarmente grazie al lavoro dell’Ufficio del Commissario per i dispersi, dello Stato Maggiore delle Forze Armate e con il supporto di partner internazionali. Ogni corpo viene identificato attraverso test del DNA, e le famiglie ricevono tutte le informazioni e l’assistenza necessaria. Al contrario, la Russia spesso non fornisce dati sui soldati ucraini deceduti, rendendo impossibile la loro identificazione.

Numeri falsificati e propaganda emotiva: la strategia russa in azione

Un altro strumento della disinformazione russa è l’uso di statistiche manipolate. I numeri divulgati da Mosca non trovano riscontro in fonti ufficiali o indipendenti. Per motivi etici e di sicurezza, l’Ucraina non pubblica dati aggiornati in tempo reale, ma si affida a un processo rigoroso di verifica. La Russia, invece, diffonde dati falsi e testimonianze emotive senza fondamento, nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica.

Media compiacenti: una rete di disinformazione ben oliata

La diffusione di questi contenuti non è casuale. Si tratta di una campagna coordinata di guerra ibrida, portata avanti tramite media sconosciuti o dichiaratamente filorussi, che non rispondono agli standard del giornalismo etico. Le pubblicazioni sono state orchestrate per apparire credibili, ma in realtà utilizzano titoli sensazionalistici e cliché emotivi, segno evidente di una regia centrale. I grandi media internazionali, invece, non hanno dato spazio a questi falsi: una prova della loro infondatezza.

La Russia abbandona anche i suoi soldati

In un paradosso agghiacciante, la stessa Russia non riconosce o non restituisce i propri caduti, né all’Ucraina né alle famiglie. Alcuni vengono seppelliti in fosse comuni, altri inceneriti nei crematori mobili, mentre molti semplicemente non vengono recuperati. I comandanti russi spesso dichiarano apertamente che i “200” — termine con cui si indicano i caduti — non devono essere conteggiati per non “inquinare le statistiche”. Il Cremlino, che da anni minimizza le perdite, teme che la verità possa smascherare la portata reale della guerra.

L’arma della menzogna per colpire l’unità ucraina

Questa ennesima operazione mira a incrinare l’unità tra il popolo ucraino, l’esercito e lo Stato. La propaganda russa sfrutta temi dolorosi e sensibili per creare diffidenza, rabbia e divisione, lanciando accuse di “tradimento” e “indifferenza” totalmente infondate. Si tratta di uno schema ben collaudato: colpire i nervi scoperti per spezzare la coesione interna. Ma proprio per questo, l’Ucraina deve restare compatta: è ciò che il nemico teme di più.

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