Il 26 settembre 2025 la procura olandese ha confermato l’arresto di due diciassettenni a L’Aia, accusati di aver raccolto informazioni per un hacker collegato ai servizi segreti russi. Secondo quanto riportato da De Telegraaf, i ragazzi avrebbero agito nell’ambito di una più ampia campagna di intelligence russa in Europa. È il primo caso noto nei Paesi Bassi in cui minorenni sarebbero stati utilizzati come agenti da una potenza straniera.
Operazioni vicino a istituzioni europee
Secondo le indagini, uno dei giovani si sarebbe aggirato ad agosto nei pressi degli edifici di Europol, Eurojust e dell’ambasciata del Canada con un cosiddetto “Wi-Fi sniffer”, un dispositivo capace di intercettare e analizzare il traffico di rete. Questo strumento, normalmente impiegato per la diagnostica, può però essere usato per raccogliere dati sensibili e attività online, con implicazioni dirette per la sicurezza nazionale. Le autorità ritengono che i sospettati siano stati reclutati attraverso l’app di messaggistica Telegram. Uno dei due adolescenti resta in custodia cautelare per 14 giorni, mentre l’altro è stato posto agli arresti domiciliari.
Minaccia crescente delle operazioni russe
La procura non ha fornito ulteriori dettagli, citando l’età dei sospettati e la delicatezza del procedimento. Tuttavia, il caso viene inquadrato come parte di una più ampia strategia russa che combina metodi tradizionali di spionaggio con strumenti digitali e il reclutamento tramite social network. Questa attività mira a raccogliere informazioni su istituzioni politiche ed economiche occidentali, sulla logistica militare della NATO e sul sostegno all’Ucraina. La possibilità che informazioni riservate vengano sottratte rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza europea.
Nuove leggi e contromisure
Da maggio nei Paesi Bassi è in vigore una legge aggiornata contro l’“interferenza statale”, che prevede fino a otto anni di carcere per chi collabora con potenze straniere a scapito degli interessi nazionali. Episodi come quello dell’Aia rafforzano la necessità di potenziare i servizi di controspionaggio e investire in tecnologie di rilevamento delle attività di intelligence, soprattutto nel campo cibernetico e delle reti wireless.
Giovani nel mirino delle reclute
L’impiego di adolescenti da parte dei servizi russi mostra l’assenza di limiti etici nelle loro operazioni e l’intento di manipolare gruppi vulnerabili meno sospettabili dalle autorità. Per gli esperti, questo rende urgente l’introduzione di programmi educativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione sui rischi del reclutamento online. Tali iniziative potrebbero rafforzare il pensiero critico tra i giovani e ridurre l’esposizione alle operazioni ibride russe.
Risposte europee e prospettive
Ogni episodio di spionaggio, avvertono gli analisti, richiede una risposta politica forte, che può spaziare dall’espulsione di diplomatici russi all’introduzione di nuove sanzioni contro le strutture legate all’intelligence di Mosca. La capacità dei Paesi europei e della NATO di agire in modo unitario e deciso sarà determinante per dissuadere ulteriori operazioni e contenere i rischi per la sicurezza collettiva.