Due giovani uccisi “per errore”: omicidi di Pasquale Nappo e Giuseppe Di Dio a Napoli

02.11.2025 22:05
Due giovani uccisi "per errore": omicidi di Pasquale Nappo e Giuseppe Di Dio a Napoli

Napoli, 2 novembre 2025 – È la notte dei morti innocenti a Boscoreale, in provincia di Napoli, e a Capizzi, nel Messinese. Due giovani incensurati, vittime di una violenza cieca e brutale. Mentre si continua a investigare, emerge la preoccupante realtà del Sud, dove le strade si trasformano in arene di sparatorie nel weekend. La facilità di accesso a pistole e coltelli amplifica il rischio di simili tragedie, riporta Attuale.

Una moto, due sicari: l’omicidio di Pasquale Nappo a Boscoreale

Pasquale Nappo, diciottenne operaio residente a Scafati, viene freddato in piazza Pace, cuore storico di Boscoreale, durante una serata spensierata con cinque amici. Una moto, due sicari, e colpi sparati ad altezza uomo hanno causato la sua morte. Un proiettile raggiunge Pasquale all’altezza dell’ascella, provocandone il decesso alle 2.30 in ospedale a Castellammare di Stabia. La sua fedina penale immacolata non lo collega a gang del quartiere, sollevando domande sulla natura del suo omicidio.

Il padre Salvatore: “Non era lui l’obiettivo. Era un ragazzo bravissimo, tranquillo, diplomato”

Le indagini si concentrano sulle amicizie pericolose di Pasquale e su legami dubbi con persone viste poco prima degli spari. Chi conosce le dinamiche criminali sottolinea che un agguato di questo tipo raramente è la conseguenza di una lite. Telecamere di sorveglianza potrebbero rivelare l’identità dei killer in fuga. Il padre di Pasquale, Salvatore, ribadisce: “Non era lui l’obiettivo. Era un ragazzo bravissimo, tranquillo, diplomato, lavorava per non pesare sulla famiglia.”

A Capizzi ucciso Giuseppe Di Dio, 16 anni. “Non era lui l’obiettivo del raid”

A 450 chilometri di distanza, Capizzi piange Giuseppe Di Dio, 16 anni, studente diligente. Sabato sera, mentre si trova davanti a un bar con amici, un’auto con tre membri irrompe e inizia a sparare. Il presunto assassino, Giacomo Frasconà Filaro, viene arrestato insieme a suo fratello e al padre. Ammette che Giuseppe non era l’obiettivo di un raid scaturito da banali contrasti.

Tre colpi esplosi colpiscono Giuseppe, ma solo uno di essi è fatale, danneggiando la carotide. Giacomo era recentemente uscito dagli arresti domiciliari per reati di violenza. L’arma usata, una pistola a matricola abrasa, aggraverebbe la gravità della situazione. Gli arresti ai danni dei tre Frasconà Filaro sono legati a omicidio e tentato omicidio, mentre la comunità si allarma per un’onda crescente di violenza.

Reazioni dei sindaci e allerta sociale

“Questo evento mi ha sconvolto come sindaco e come padre,” afferma Pasquale Di Lauro, sindaco di Boscoreale. Il sindaco di Capizzi, Principato Trosso, esprime preoccupazione per le famiglie con precedenti penali che potrebbero scatenare altre tragedie. Emerge un grido d’allerta per la necessità di interventi immediati per contrastare la spirale di violenza che affligge il Sud.

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