È davvero conclusa la guerra tra Israele e Iran?

25.06.2025 10:45
È davvero conclusa la guerra tra Israele e Iran?

Nei prossimi giorni, mesi e anni ci sarà da capire se i contendenti useranno la tregua per fare la pace o per affilare le armi e tornare a scontrarsi alla prima occasione favorevole, riporta Attuale.

La dichiarazione più eclatante è quella con la parolaccia, «non sanno cosa cazzo stanno facendo», riferita a Israele e Iran, che ha acceso la discussione a livello mondiale. La domanda che rimbalza nelle teste di governanti e giornalisti è: «La guerra è finita o no?» In particolare, quest’inquietudine è palpabile nei discorsi di un Donald Trump decisamente sopra le righe, evidenziando un senso di confusione.

Non è stata tanto la parolaccia in sé a colpire, quanto piuttosto l’immagine di un presidente americano che, nel cuore di una serie di crisi internazionali, esprime simili frasi. Trump, mentre tentava di mostrarsi come l’adulto nella stanza, finiva per rivelare una leggerezza preoccupante, quella di un leader che non sembra avere chiaro il proprio piano d’azione.

Nelle ore precedenti, il Grande Improvvisatore ha spiazzato tutti con una serie di affermazioni, dalle quali emergeva un’inaspettata ammirazione verso il regime che stava bombardando. Inostile al suo obiettivo, è giunto a ringraziarli per averlo avvertito in anticipo prima di attaccare una base americana, quasi una ribalta tra il burlone e il mediatore in un contesto di conflitto.

La strategia di Trump, da un lato, sembrava quella di liberarsi dell’immagine di un bullo privo di concretezza, tentando di ripristinare il suo profilo di negoziatore; dall’altro, però, la sua incapacità di fornire chiarezza suscitava preoccupazioni. Il cessate il fuoco, ad esempio, è stato annunciato con tempistiche vaghe, permettendo a Israele di continuare a colpire obiettivi iraniani.

La dichiarazione di tregua ha portato a un’ulteriore escalation, con Israele impegnato in attacchi martellanti nel periodo di attesa della fine delle operazioni. Questa situazione ha evidenziato un’amara ironia: mentre Trump cercava di mediare, Israele sembrava muoversi autonomamente, agendo contro il regole della tregua.

Tuttavia, rimane un interrogativo cruciale: è davvero finita la Guerra dei 12 giorni? Questo richiamo alla storicità genera ansia, considerato il conflitto che seguì ai Sei Giorni nel 1967. Pertanto, sarà fondamentale osservare nei prossimi mesi come tale tregua verrà interpretata dai due contendenti e se servirà come base per stabilire un percorso di pace o per preparare ulteriori scontri.

«A che ora è la tregua?»

Trump ha annunciato il cessate il fuoco, ma il timing rimane ambiguo: dovrebbe entrare in vigore solo dopo «circa 6 ore, quando Israele e Iran avranno completato le loro missioni finali». Questo ha fornito ulteriore tempo a Israele, che ha colto l’occasione per colpire ulteriormente, causando più vittime fra gli iraniani.

La rabbia di Trump

La tensione tra Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu è stata palpabile, con il presidente americano che esprimeva chiaramente la propria insoddisfazione per le azioni di Israele. La precarietà della situazione ha contribuito a mantenere alta la pressione sui leader coinvolti.

Qual è il bilancio di questo conflitto?

Sul piano delle perdite, le vittime israeliane sono 29, mentre i rapporti iraniani parlano di 974 morti, tra cui un alto numero di civili. Questa situazione chiarisce quanto sia complesso il bilancio non solo delle perdite umane, ma anche delle implicazioni politiche e strategiche a lungo termine.

Come ne esce Trump

Dal suo punto di vista, Trump sembra aver ottenuto risultati soddisfacenti: ha evitato di venire etichettato come inconcludente e ha riaffermato la sua immagine di leader audace, capace di far sentire la propria voce. Tuttavia, ci sono preoccupazioni crescenti riguardo alla sua pressione narrativa, che potrebbe rimanere confusa.

Come ne esce l’Iran

Nonostante i rischi, gli ayatollah sembrano aver evitato il peggio, trovando una via per manovrare la situazione. I segnali di una strategia di survival si manifestano chiaramente, ed è evidente che l’impatto della guerra non ha rafforzato i movimenti interni richiesti per un cambiamento radicale.

Come ne esce Israele

Israele dichiara vittoria, ma con un bilancio complesso che va al di là del successo militare. La guerra ha nuovamente sottolineato la dipendenza dello Stato ebraico dagli Stati Uniti e la mancanza di una visione a più lungo termine. I conflitti con Hamas e Hezbollah restano problemi irrisolti, segnalando che la tensione nella regione è tutt’altro che risolta.

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