Inizio delle elezioni legislative in Argentina: la popolarità di Milei sotto pressione
Domenica si svolgeranno le elezioni legislative di metà mandato in Argentina, con il rinnovo di metà della Camera dei Deputati e un terzo del Senato. La rilevanza di questo voto risiede nella sua capacità di misurare la popolarità del presidente ultraliberista Javier Milei, il quale affronta una crescente disaffezione da parte dell’elettorato e, con ogni probabilità, non riuscirà a ribaltare i rapporti di forza in parlamento, attualmente controllato dalle opposizioni, riporta Attuale.
Il risultato delle elezioni avrà un impatto anche sull’economia argentina, dato che il presidente statunitense Donald Trump, molto vicino a Milei, ha minacciato di sospendere il piano di sostegno al valore del peso, la valuta nazionale. Questo piano era stato oggetto di ampi dibattiti nei giorni scorsi.
In Argentina, una repubblica federale presidenziale, il presidente può governare mediante decreti d’urgenza, ma le leggi sono promosse e approvate dal parlamento. Al momento, il partito di Milei è in netta minoranza: nel 2023 ha ottenuto poco più del 25% dei voti, eleggendo 7 senatori e 37 deputati. Anche allora si rinnovavano un terzo dei 72 seggi del Senato e metà dei 257 della Camera.
Contando sul supporto della destra tradizionale e dei partiti centristi, a giugno Milei è riuscito ad approvare la legge chiamata bases, una serie di riforme ampie e controverse. Tuttavia, l’opposizione, guidata dai peronisti, ha preso il sopravvento, bloccando molte delle misure proposte da Milei e approvando leggi che contraddicono le sue politiche, come l’aumento dei finanziamenti per l’università pubblica e il settore sanitario.
Nonostante il presidente abbia esercitato il diritto di veto, il parlamento è riuscito a superarlo più volte con una maggioranza di due terzi. Durante il suo ultimo comizio, Milei ha accusato il parlamento di ostruzionismo, affermando che l’unica soluzione sia “cambiare faccia al parlamento”. Ora, l’obiettivo di Milei è ottenere un numero di seggi superiore a un terzo del totale, il che gli consentirebbe di recuperare il diritto di veto.
Allo stesso tempo, le prospettive politiche di Milei hanno subito un cambiamento radicale. A febbraio, il presidente è stato coinvolto in uno scandalo legato a una criptovaluta, mentre ad agosto la sorella Karina è stata accusata di corruzione. Intanto, la situazione economica del paese rimane complessa, con l’inflazione che, sebbene controllata, ha gravemente inciso sul potere d’acquisto dei cittadini.
Dopo la sconfitta nelle elezioni locali della provincia di Buenos Aires, dove il partito di Milei ha perso con un distacco di 14 punti rispetto ai peronisti, gli investitori internazionali mostrano preoccupazione per la stabilità politica ed economica del paese. Trump ha espresso il suo supporto per Milei, considerandolo un alleato strategico in Sudamerica e promuovendo investimenti significativi nel paese.
Tuttavia, l’ingerenza statunitense è stata criticata dalla sinistra, che ha definito Milei un presidente “comandato da Washington”. Inoltre, si sono intensificati gli scandali politici: il principale candidato di Milei a Buenos Aires è stato costretto a ritirarsi a causa di accuse di corruzione, e due ministri hanno già presentato le dimissioni. L’elezione di nuovi membri del governo comporterà significative modifiche, mentre Santiago Caputo, consigliere di Milei, guadagna influenza all’interno della formazione di governo.
La Libertad Avanza potrebbe risultare il primo partito a livello nazionale, ma il sostegno popolare si è ridotto, con i sondaggi suggerendo una generale disillusione tra gli elettori. Il partito peronista, nonostante le sue divisioni interne, rappresenta l’opposizione principale, con punti di riferimento come il governatore di Buenos Aires, Axel Kicillof, che cresce in popolarità tra gli oppositori del governo attuale.
Le prossime elezioni si preannunciano decisive non solo per le sorti politiche di Milei, ma anche per il futuro economico dell’Argentina e la sua stabilità democratica.