Elia Del Grande in fuga: “Sono braccato, ma non pericoloso. Un tassista mi ha aiutato”

12.11.2025 11:45
Elia Del Grande in fuga: “Sono braccato, ma non pericoloso. Un tassista mi ha aiutato”

Modena, 12 novembre 2025 – Il killer di Cadrezzate (Varese), Elia Del Grande, attualmente ricercato dopo essere scappato dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, parla in esclusiva alla trasmissione Le Iene affermando: “Sono braccato“. Del Grande, che si trova in fuga da due settimane, racconta la sua esperienza e le misure di sicurezza presenti nella struttura, riporta Attuale.

Del Grande, il 7 gennaio 1998, all’età di 22 anni, uccise la sua famiglia in una villetta rosa nel Basso Verbano, sterminando il padre Enea, la madre Alida e il fratello maggiore Enrico con due colpi ciascuno, per un totale di sei spari. Questo evento è rimasto impresso nella memoria collettiva, diventando noto come ‘La strage dei fornai’, a causa della professione della famiglia.

Nell’intervista, Del Grande spiega la motivazione della sua fuga: “Volevo dare una motivazione su quella che è la realtà sconvolgente delle misure di sicurezza nelle case-lavoro”. Parla di un contesto di vita difficile e pericoloso, affermando di sentirsi minacciato all’interno della struttura.

“Vivo una condanna quotidiana per ciò che ho fatto”

Nell’intervista, Del Grande esprime il suo tormento interiore: “Ogni giorno che ti guardi allo specchio vedi loro, quindi come puoi vivere?”. Descrive la sua esistenza post-condanna come una pena perpetua, trattando il tema dell’immeritevolezza e della propria fortuna da considerare ingiusta.

“Ecco perché sono scappato”

Del Grande critica l’ambiente nelle case-lavoro, descrivendo incidenti violenti e comportamenti pericolosi delle persone rinchiuse: “Sono tutti psichiatrici, imbottiti di terapia“. Racconta episodi di violenza e conclude affermando: “Sono rimasto impaurito, sono scappato subito”.

Il racconto della fuga

La fuga di Del Grande avvenne la sera del 30 ottobre 2025: “C’era foschia e pioveva a dirotto. Le telecamere avrebbero visto poco o niente”. Spiega di aver utilizzato dei fili elettrici per scavalcare la recinzione. Contrariamente a quanto riportato, afferma di essere stato aiutato da un tassista e non dalla compagna sarda, anch’essa ricercata.

Il passato a Santo Domingo e il diario: “Li ucciderò tutti e tre”

Nell’intervista, emerge anche il suo traumatico passato familiare. Del Grande racconta di una madre violenta e del suo viaggio a Santo Domingo, dove sperimentò la vita notturna e la droga. Prima di tornare in Italia aveva scritto nel suo diario: “Vado in Italia e là li finirò tutti e tre“.

L’esame dell’imputato in aula

Durante il processo, Del Grande ha ricordato l’orrore delle sue azioni, affermando che la sua mente era stata “programmata” per uccidere. La telefonata di Enrico, agonizzante, resta un momento straziante della cronaca di quella notte: “Ci hanno sparato”.

Il carcere e la libertà vigilata: il lavoro da giardiniere e la nuova vita

Dopo essere stato fermato al confine con la Svizzera e confessato, Del Grande ha scontato 26 anni e 4 mesi di carcere. Liberato il 16 agosto 2023 e sottoposto a libertà vigilata, ha trovato lavoro in una ditta di giardinaggio, ma ha anche avuto segnalazioni di comportamenti inappropriati.

“Non sono socialmente pericoloso: chiedetelo ai miei colleghi”

In una telefonata, Del Grande sottolinea che le opinioni di chi gli è stato vicino per anni non indicano un pericolo sociale. Tuttavia, è stato mandato nuovamente alla casa-lavoro di Castelfranco Emilia.

“Le case-lavoro sono dei lager”

Conclusivamente, Del Grande rivela l’esistenza di un “ergastolo in bianco“, riferendosi all’estensione irragionevole delle detenzioni in queste strutture, che definisce lager. La conversazione termina bruscamente, lasciando il pubblico in attesa di ulteriori sviluppi.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere