Emergenza in Italia: i servizi sanitari inaccessibili per tutti, compresi gli italiani

10.11.2025 02:55
Emergenza in Italia: i servizi sanitari inaccessibili per tutti, compresi gli italiani

Disuguaglianze nei servizi sanitari in Italia: le parole di Emanuele Longo di Emergency

Milano, 10 novembre 2025 – «Esistono delle barriere che si frappongono fra il malato e le cure, che andrebbero tolte per rendere tutto più funzionale. Invece, è evidente uno scollamento nel sistema che, è bene ricordarlo, è socio-sanitario, non solo sanitario», riporta Attuale.

Emanuele Longo, coordinatore delle attività mediche italiane di Emergency, ha lanciato un allarme riguardo al persistente scollamento nel sistema di assistenza sanitaria, evidenziando i “viaggi della speranza” e le difficoltà del Sud Italia nel ricevere cure adeguate.

«La percezione in molti pazienti del Sud è che al Nord le cose vadano meglio, e che i servizi siano migliori. Lungi da me dare dei voti, ma occorre ricordare intanto che anche al Nord ci sono delle problematiche, in un contesto comunque di servizi di buon livello, e poi che se è vero che ognuno ha il diritto di farsi curare nel posto che ritiene migliore, è altresì vero che non tutti hanno una rete familiare o la possibilità di spostarsi».

Longo ha poi evidenziato come, alla fine, gli ultimi restano ultimi.

«Noi con le nostre unità mobili, cerchiamo di dare un servizio anche a quelli che non hanno una tessera sanitaria, perché hanno perso il lavoro e la residenza. Inoltre, diamo assistenza di medicina generale a stranieri definiti Stp (stranieri temporaneamente presenti), che cioè non hanno un permesso di soggiorno e dunque un medico di base».

Il coordinatore ha osservato che la crescita del numero di italiani che si rivolgono all’organizzazione è molto dipendente dalle zone e dai servizi disponibili.

«Dipende soprattutto dalle zone e dai servizi. Sono di più gli italiani che si rivolgono a noi per quanto riguarda la richiesta di orientamento, mentre sono soprattutto gli stranieri regolari a venire da noi, perché magari non sanno dove andare anche per problemi medici non gravi o urgenti».

Longo ha poi ribadito che la situazione attuale non può essere considerata un successo, come affermato dal governatore dell’Emilia Romagna, Michele De Pascale.

«Di certo c’è, come dicevo, uno scollamento, l’incapacità di allocare le risorse in modo da offrire un servizio valido in ogni regione. È ahimè la storia dell’intramontabile “Legge dell’assistenza inversa” che formulò Julian Tudor Hart: ‘Chi ha maggiore bisogno di cure ne riceve di meno’. Infatti vediamo i grandi centri che hanno servizi e infrastrutture moderne o prezzi calmierati, e altre aree periferiche dell’Italia dove tali opportunità sono assenti».

Longo ha condiviso un’aneddoto che illustra le frustrazioni del sistema sanitario.

«Badante ucraina, irregolare, con tumore alla mammella. Ha atteso a lungo per andare in ospedale, perché non aveva un’assistenza e per paura di perdere il lavoro. Siamo riusciti a farle avere un permesso di soggiorno per patologia tumorale, e avviarla alle cure. Il problema è che c’è arrivata con 5 mesi di ritardo, e nel caso di un quarto stadio come il suo, questo può fare la differenza fra la vita e la morte. Il sistema funziona, offre delle risposte, ma le barriere sono troppo alte, e il tempo nella cura di un paziente è determinante».

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