Eolico e solare, Tar smonta in parte decreto su aree idonee: in Umbria legge da rivedere

15.05.2025 09:31
Eolico e solare, Tar smonta in parte decreto su aree idonee: in Umbria legge da rivedere
Eolico e solare, Tar smonta in parte decreto su aree idonee: in Umbria legge da rivedere
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I giudici amministrativi hanno annullato i commi che concedevano alle Regioni ampia libertà nell’introdurre criteri propri. De Luca: «Ci adatteremo». Legambiente esulta

Un parco eolico (© Gianni Careddu su Wikicommons)

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’Anev (l’Associazione nazionale energia del vento) contro il decreto del Ministero dell’Ambiente del 21 giugno 2024, che definiva i criteri per individuare le cosiddette «aree idonee» alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili. Con la sentenza, pubblicata lunedì, i giudici amministrativi hanno annullato i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del decreto, ritenendoli lesivi del principio di uniformità nazionale.

La bocciatura I due commi bocciati concedevano alle Regioni ampia libertà nell’introdurre criteri propri, anche molto restrittivi, per stabilire quali aree ritenere non idonee. Il Tar ha ritenuto che ciò compromettesse la coerenza del quadro normativo nazionale, introducendo disparità e ostacoli ingiustificati allo sviluppo delle energie rinnovabili.

Riscrittura La sentenza impone al Ministero una riscrittura del decreto entro 60 giorni, con criteri omogenei e vincolanti per tutte le Regioni. Questo significa che ogni legislazione regionale dovrà adeguarsi: chi ha già approvato leggi (come Sardegna e Veneto) dovrà modificarle; chi è ancora in fase di discussione (come la Toscana) dovrà tenerne conto; chi è in attesa potrà basarsi direttamente sulla nuova versione. L’obiettivo, secondo il Tar, è creare un quadro chiaro e uniforme su scala nazionale, limitando margini interpretativi troppo ampi e accelerando l’espansione degli impianti rinnovabili in Italia.

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In Umbria Una sentenza che avrà delle conseguenze anche in Umbria, dove proprio nei giorni scorsi la giunta regionale ha preadottato il ddl sulle aree idonee; testo che quindi prima dello sbarco in aula dovrà essere condiviso con tutti i soggetti coinvolti e poi formalmente adottato da Palazzo Donini. L’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, in una nota spiega che «le sentenze si rispettano e la politica deve assumersi le proprie responsabilità. Per questo, come Regione, adatteremo il nostro testo al giudizio del tribunale amministrativo e poi andremo avanti consegnando all’Assemblea legislativa il disegno di legge».

Rischio stallo De Luca ha inoltre messo in guardia dai rischi di una fase di stallo normativa: «L’effetto nell’immediato rischia di essere una moratoria verso i piccoli e medi impianti, su cui l’incertezza del quadro normativo pesa molto più che sui grandi interventi». Il rischio, ha aggiunto, è quello di rallentare lo sviluppo delle Comunità energetiche e compromettere il raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030.

Legambiente Soddisfazione piena arriva invece da Legambiente, che definisce la sentenza «una grande vittoria per la lotta alla crisi climatica, l’indipendenza energetica del Paese e l’abbassamento delle bollette che gravano sui bilanci di famiglie e aziende».
«Il Ministero – dice il presidente nazionale Stefano Ciafani – proceda velocemente a riscrivere il decreto ministeriale e le Regioni si adeguino alla sentenza, garantendo uno sviluppo veloce e ordinato degli impianti a fonti rinnovabili». Ciafani ha poi chiesto di «sotterrare per sempre quell’ascia di guerra contro le fonti pulite, in primis fotovoltaico ed eolico, che non abbiamo mai visto usare purtroppo contro i veri scempi che hanno devastato, in alcuni casi in modo permanente, il paesaggio del Belpaese». Anche il presidente regionale di Legambiente Umbria, Maurizio Zara, ha richiamato l’urgenza di un adeguamento normativo: «La sentenza attesa da tempo ora dovrà essere dirimente per omogeneizzare e guidare le leggi regionali, e quella umbra dovrà tenerne conto».

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