Redazione
In Svezia questa fonte di energia pulita è in difficoltà perché i suoi profitti non sono ritenuti convenienti dal mercato. A complicare le cose per il settore la difficoltà nella creazione di nuovi impianti
Il successo dell’industria eolica svedese rischia di diventare anche la sua dannazione. L’installazione di migliaia di turbine negli ultimi due decenni ha significato che c’è così tanta energia in giro che i prezzi dell’elettricità stanno scendendo sempre più, il che è una buona notizia per i consumatori ma non per gli investitori, che stanno cominciando a tirarsi fuori spaventati dal rischio di bassi profitti.
Settore affidato al mercato
Il Paese ha una delle reti a emissioni zero più efficienti del mondo e si affida quasi interamente all’idroelettrico, all’eolico e al nucleare, che oggi generano circa un quarto delle sue forniture. E quello dell’energia ecologica è un settore che si affida ormai solo al mercato visto che Stoccolma, in anticipo rispetto a diverse altre nazioni europee, ha posto fine al suo principale sistema di sovvenzioni per i nuovi progetti rinnovabili tre anni fa. Di conseguenza l’abbassamento dei prezzi dell’energia prodotta da fonti eoliche, paradossalmente, rischia di creare problemi per le aziende.
“Il divario dei prezzi potrebbe aumentare ulteriormente se la domanda ristagna”, ha spiegato a Bloomberg Sigbjorn Seland, analista capo della StormGeo AS di Oslo, che segue il mercato da oltre due decenni. “I prezzi potrebbero essere vicini allo zero per lunghi periodi” in alcune parti del mercato nordico dal 2025 al 2027. Anche se le utility, i gestori patrimoniali e i fondi che acquistano parchi eolici investono su un orizzonte molto più lungo, potrebbero comunque essere spaventati dal rischio di bassi profitti.
“Gli investitori sono naturalmente piuttosto nervosi guardando a ciò che è accaduto nei Paesi nordici e pensando: potrebbe accadere altrove?”, ha dichiarato Yinfan Zhang, direttore della società di consulenza Baringa Partners. “Un esempio potrebbe essere la Spagna, dove c’è un forte sviluppo del solare e i prezzi dell’energia vengono spinti piuttosto in basso”.
Gli altri ostacoli
A frenare lo sviluppo dell’eolico è anche l’aumento dei costi degli impianti e la lentezza della loro realizzazione. Secondo la società di consulenza Ernst & Young, ora ci vogliono 8,5 anni per portare un parco eolico in Svezia dalla richiesta alla messa in funzione, rispetto ai 2,5 anni del 2010. A complicare le cose ci sono i veti ai nuovi progetti che arrivano da Municipi ed esercito. “È certamente una situazione difficile”, ha dichiarato Matilda Afzelius, amministratore delegato per la regione nordica di Renewable Energy Systems Holdings Ltd., che sviluppa progetti di energia verde in oltre 20 Paesi del mondo. “Stiamo sicuramente affrontando venti contrari, tutto è molto più lento di quanto avremmo voluto e previsto”.
Nella prima metà di quest’anno, 12 dei 16 nuovi progetti eolici in Svezia sono stati respinti dalle municipalità locali che hanno usato il potere di veto, mentre tre dei restanti quattro sono stati bloccati dalle forze armate, secondo i dati di Svensk Vindenergi. Sempre per questioni militari, il mese scorso il governo ha cancellato 13 richieste di progetti nel Mar Baltico, affermando che avrebbero danneggiato la difesa della nazione contro la Russia.
“Dal punto di vista delle autorizzazioni, è il momento più difficile da quando ho iniziato a lavorare nel settore più di 25 anni fa”, ha dichiarato Matilda Afzelius, amministratore delegato per la regione nordica di Res, la più grande azienda indipendente di energia rinnovabile al mondo. “Le richieste non arrivano”, ha spiegato. Di conseguenza l’azienda, così come altri sviluppatori svedesi, si sta diversificando maggiormente in tecnologie diverse dall’eolico, tra cui il solare, le batterie e l’idrogeno.
