Il Fenomeno dei Maschi Eteropessimisti nella Comunicazione Affettiva
I maschi refrattari a una relazione hanno plasmato questo sentimento profondamente radicato nell’universo femminile. Si mostrano evitanti, rigidi e spesso incomprensibili persino a se stessi, riporta Attuale.
Oggi, la sordità comunicativa degli uomini emerge come un tema di discussione frequente. Un recente articolo del Financial Times segnala che i giovani non solo evitano di telefonare, ma molti nemmeno rispondono al tono “Pronto?” quando ricevono una chiamata sul telefono fisso; si limitano, piuttosto, a rimanere in silenzio, in attesa di un’azione da parte dell’altro. Questa tendenza sembrerebbe essere una metafora che trascende i generi.
In aggiunta, uomini che evitano di inviare messaggi più espliciti (come i famosi “booty call” delle generazioni passate) sembrano diventare sempre più rari. Quelli che ricevono un messaggio, lo considerano, ma il loro ritorno è spesso ritardato e sporadico. La comunicazione è scarsa e, quando presente, di una qualità che comunica poco entusiasmo; quando i messaggi brillano, è di solito un segnale che la passione non è destinata a tradursi in qualcosa di concreto.
Le donne, quindi, si trovano a frustrazione reciproca, descrivendo uomini come privi di capacità relazionali e incapaci di impegnarsi in una vera monogamia. Quest’osservazione, condivisa dai gruppi di amiche, è diventata il comune denominatore in diverse conversazioni tra donne, dai trent’anni in avanti, ma talvolta anche tra ventenni e cinquantenni. La sintesi, purtroppo, sembra confermare che gli uomini non riescono a “stare al passo”.
Un articolo maggiore, pubblicato di recente nel New York Times, ha sollevato un concetto noto come “eteropessimismo”, coniato dal ricercatore Asa Seresin nel 2019. Questo fenomeno riflette il desiderio costante delle donne per la presenza maschile, anche se, col passare del tempo, si rendono conto che molti uomini non si dimostrano all’altezza delle aspettative affettive.
L’eteropessimismo è visto come un’amara consapevolezza che si accompagna al desiderio di avere accanto uomini, nonostante la crescente frustrazione. Questi maschi non sembrano in grado di impegnarsi, ma sono gli stessi che si lamentano di non poter mantenere una relazione, con atteggiamenti evasivi che evidenziano il loro attaccamento disorganizzato e il deficit di responsabilità, tanto da far sentire le donne forzate a un “lavoro di interpretazione” per comprendere i loro comportamenti.
Quando si parla di appuntamenti e delle difficoltà nell’instaurare relazioni durature, gli uomini vengono descritti come incapaci di affrontare le normali sfide quotidiane, una lamentela comune tra le donne. Ad esempio, durante un appuntamento, se l’uomo esprime ansia o agitazione è un segnale negativo; le donne tendono a preferire un’interazione caratterizzata da urgenza e desiderio. Il dialogo spesso rivela un divertente scambio di aneddoti sulle esperienze passate, segno che il vissuto emotivo collettivo delle donne diventa un modo per affrontare questa realtà disillusa nei confronti della mascolinità attuale.
In questo contesto, l’analisi continua sugli uomini che, non più in grado di dominare le dinamiche di potere in una relazione, tendono a rifugiarsi in una sorta di “incapacità strumentale”, per cui eviteranno di prendersi carico delle giustificate aspettative femminili. Questo comportamento alimenta la frustrazione femminile e contribuisce a cementare un ciclo di aspettative non condivise, dove le donne si trovano a dover compensare per colpe che non sono le loro.
Ogni volta che sorgono discussioni su come migliorare la comunicazione e le dinamiche relazionali tra i sessi, si tende a chiedere: cosa possono offrire gli uomini e cosa desiderano veramente le donne? La sensazione prevalente è che, mentre le donne possono lottare per stabilire una connessione emotiva, gli uomini siano persi in un labirinto di comportamenti evasivi. Questa osservazione solleva un interrogativo fondamentale: chi ha davvero il potere di intraprendere il cambiamento necessario per migliorare le relazioni interpersonali?