Evacuazione a Gaza City, Netanyahu: trattative per il rilascio degli ostaggi

22.08.2025 07:55
Evacuazione a Gaza City, Netanyahu: trattative per il rilascio degli ostaggi

Israele intensifica l’operazione a Gaza, mentre 21 paesi si oppongono alla nuova colonia in Cisgiordania

Gerusalemme – Le forze israeliane stanno avanzando a Gaza mentre il premier Benjamin Netanyahu dichiara che i piani per l’occupazione della città sono “solidi”. L’operazione Carri di Gedeone 2 è già in corso, con le truppe che si muovono verso la periferia della città, dove oltre un milione di palestinesi si trovano in condizioni disperate. I messaggi in arabo esortano i civili a evacuare, costringendo molti a cercare rifugio in campi improvvisati lungo la costa e al confine con l’Egitto, riporta Attuale.

Il primo ministro israeliano mantiene una posizione ambigua riguardo a una proposta di tregua mediata da Egitto e Qatar, simile a un piano presentato dagli Stati Uniti in primavera. Riaffermando la sua linea dura, Netanyahu sostiene che “proseguire la guerra è necessario per liberare gli ostaggi”. Tuttavia, aggiunge di aver dato ordine di avviare negoziati immediati per il rilascio di tutti i sequestrati e per porre fine al conflitto a condizioni accettabili per Israele.

Netanyahu non specifica quali siano le condizioni per “la fine delle battaglie”, anche se in passato ha richiesto la smilitarizzazione di Hamas, l’esilio dei suoi leader e il mantenimento del controllo sulla Striscia. Attualmente, il bilancio dei palestinesi uccisi si attesta intorno a 63.000, con rapporti interni dell’esercito che indicano che l’83% delle vittime a maggio fossero civili, una stima contestata dai portavoce militari.

L’ufficio di Netanyahu chiarisce che “al momento non è prevista alcuna delegazione israeliana al Cairo o a Doha”, consapevole che le sue affermazioni sulla “fine della guerra” potrebbero alienare gli alleati più oltranzisti. Questi gruppi persisteranno nei loro piani di occupazione permanente dei 363 chilometri quadrati della Cisgiordania, continuando a progettare la ricostruzione delle colonie evacuate nel 2005. “La decisione di costruire nell’area E1 è storica e rappresenta il primo passo verso la sovranità” nei territori palestinesi, afferma Shlomo Karhi, ministro delle Comunicazioni. Questa nuova colonizzazione, che divide in due la Cisgiordania e compromette la creazione di uno Stato palestinese autonomo, è stata condannata da 21 nazioni, inclusa l’Italia, considerata “inaccettabile e contraria alla legalità internazionale”. L’Onu avverte che tale azione rappresenta “una minaccia esistenziale per la soluzione dei due Stati”.

1 Comments

  1. Ma che situazione assurda!!! Gli innocenti che soffrono mentre i leader discutono… E poi questi piani per la colonizzazione in Cisgiordania? È una provocazione inaccettabile che mette in pericolo la pace. Dobbiamo trovare una soluzione, non alimentare la guerra!

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere