Libera, la donna paralizzata che chiede assistenza per morire, ottiene un mandato urgente
Libera, una donna di 55 anni paralizzata dal collo in giù a causa della sclerosi multipla, è pronta a ricevere aiuto per porre fine alle sue sofferenze attraverso un’azione di disobbedienza civile, riporta Attuale.
La donna, che da tempo lotta per difendere la sua decisione, ha potuto ottenere il riconoscimento del suo diritto di morire dal tribunale di Firenze ad ottobre scorso. Tuttavia, l’attesa per il dispositivo necessario che consenta, tramite comando oculare, l’infusione endovenosa del farmaco per il fine vita si sta prolungando, poiché questo strumento non è ancora disponibile.
Il tribunale ha ora ordinato all’USL Toscana nord-ovest di accelerare la procedura, richiedendo la fornitura immediata della tecnologia necessaria, che sarà realizzata dal Cnr. Il Consiglio nazionale delle ricerche è stato scelto dagli avvocati di Libera, coordinati dall’Associazione Luca Coscioni, dopo che le aziende ospedaliere hanno dimostrato grandi difficoltà nel reperire il macchinario.
Nonostante l’iniziale disponibilità di alcune aziende, nessuna ha prodotto il dispositivo richiesto. Il Cnr, chiamato a risolvere questa impasse, ha dichiarato di essere in grado di sviluppare un dispositivo adatto alle esigenze di Libera e ha ipotizzato un tempo di realizzazione “rapido”, stimando un periodo compreso tra 2 e 4 mesi.
Di conseguenza, il giudice ha ordinato all’USL Toscana nord-ovest di iniziare la procedura e coprire i costi. Il Cnr ha ricevuto il mandato di predisporre e fornire la tecnologia all’azienda sanitaria entro 90 giorni, un periodo comunque troppo lungo per Libera, che sta già affrontando un’attesa prolungata.
“Avevo chiesto solo che la mia volontà fosse rispettata e che un medico potesse essere autorizzato a intervenire su mia richiesta – ha dichiarato Libera. – Invece, la Consulta ha rimandato la decisione al giudice di Firenze, costringendomi a ripetere indagini già svolte e nuovi passaggi burocratici su dispositivi esistenti, che le aziende non adattano alla mia situazione. Ogni rinvio è tempo che passo nella sofferenza.”
Se non riceverà la strumentazione necessaria in tempi brevi, Libera è pronta a ricevere un aiuto a morire: un atto pubblico, nonviolento e trasparente. “Libera oggi è in reale pericolo”, ha commentato Filomena Gallo, coordinatrice del collegio di difesa di Libera e segretaria nazionale dell’associazione Coscioni. “Potrebbe andare incontro a una morte improvvisa e atroce. Stiamo valutando tutte le soluzioni nel rispetto della legge. È una corsa contro il tempo.”