Il Mondiale di Formula 1 torna in pista e fa tappa oltreoceano: questo weekend i riflettori sono puntati sul Circuit Gilles-Villeneuve, dove andrà in scena il Gran Premio del Canada, uno degli appuntamenti più amati e imprevedibili della stagione.
Il tracciato, costruito nel 1976 sull’isola artificiale di Notre-Dame a Montréal e dedicato nel 1982 al compianto Gilles Villeneuve, è diventato negli anni un banco di prova temuto e rispettato dai piloti. I suoi 4.361 metri con ben tre DRSoffrono un mix unico di caratteristiche: lunghi rettilinei, frenate violente e chicane insidiose che spesso decidono le sorti della gara.
Fin dalla partenza lo spettacolo è assicurato: la prima curva, una secca svolta a sinistra, si trasforma immediatamente in una doppia piega che offre più linee di traiettoria, aprendo la porta a sorpassi e duelli ruota a ruota già nei primissimi metri. Ma il tracciato non concede tregua: dal settore centrale, particolarmente tecnico, fino al tornantino di curva 10, ogni passaggio richiede massima precisione. È qui che i piloti tentano spesso l’attacco prima di lanciarsi sul lungo contro rettilineo che li riporta verso il traguardo.
Ma l’insidia più famosa resta la chicane finale, quella che precede il rettilineo principale. All’esterno dell’ultima curva si staglia il famigerato “Muro dei Campioni”, chiamato così per via del numero di campioni del mondo che vi hanno concluso prematuramente la propria gara. Tra loro nomi illustri come Schumacher, Villeneuve, Hill e Vettel. Un errore di pochi centimetri può significare la fine della corsa.
Il Gran Premio del Canada non è mai banale: la variabilità del meteo (quest’anno le previsioni non promettono pioggia), le strategie di gara e l’imprevedibilità del circuito rendono ogni edizione un’incognita. I tifosi possono aspettarsi battaglie serrate, safety car sempre in agguato e colpi di scena fino all’ultimo giro.