Movimenti strategici nel Medio Oriente
Il trasferimento recenti di aerei americani in Qatar ha suscitato nuove speculazioni riguardo a potenziali operazioni militari, indicando un’accelerazione degli eventi nella regione. Gli Stati Uniti hanno reindirizzato una significativa flotta di aerei-rifornitori, un movimento che può suggerire diverse ipotesi riguardo a future missioni: un possibile attacco all’Iran, operazioni contro gli Houthi lungo il Mar Rosso o un’esercitazione con potenziali interventi. A questo movimento si aggiunge la presenza della portaerei statunitense Gerald Ford nel Mediterraneo, il cui futuro impiego rimane incerto, riporta Attuale.
Il messaggio da Washington
Donald Trump ha emesso un significativo ordine esecutivo: qualsiasi aggressione contro il Qatar sarà considerata un attacco agli Stati Uniti. Questa mossa sottolinea l’importanza strategica di Doha, specialmente dopo il fallito tentativo israeliano di eliminazione dei leader di Hamas, che ha costretto Netanyahu a scusarsi pubblicamente. Il presidente Trump cerca un alleato in Qatar per mediare una possibile soluzione a Gaza e per rafforzare le operazioni militari statunitensi nella regione, con la base di al Udeid che gioca un ruolo cruciale. Inoltre, questa strategia mira a rassicurare gli alleati arabi che si sentono frustrati da una presunta inattività di Washington di fronte alle azioni di Tel Aviv.
Accordo di difesa tra Arabia Saudita e Pakistan
L’Arabia Saudita ha rapidamente risposto all’instabilità nella regione firmando un accordo di difesa con il Pakistan il 17 settembre, una mossa non solo necessaria ma anche legata ai recenti sviluppi. Secondo le indiscrezioni, Islamabad si potrebbe impegnare a fornire la propria protezione nucleare al regno. La cooperazione militare tra Arabia Saudita e Pakistan risale agli anni ’60, e Riad ha storicamente finanziato l’alleato. Mohammed bin Salman, il principe ereditario, sta cercando di diversificare le sue opzioni di difesa, pur mantenendo legami stretti con gli Stati Uniti. La regione è caratterizzata da alleanze bilaterali, che permettono una maggiore flessibilità rispetto a quelle multilaterali.
Riaffermazione russa con la Siria
Il generale siriano Ali al Naasan è giunto a Mosca per colloqui ufficiali, accolto con onori che riflettono un tentativo di riavvicinare le relazioni tra le due nazioni, cercando di superare il tragico passato della Siria. Gli ex ribelli siriani stanno cercando di stabilire rapporti pragmatici per ricostruire il Paese, ma la questione dell’estradizione di Bashar Assad, attualmente in esilio a Mosca, rimane un ostacolo significativo.