Accordo G7 sulla tassazione globale: nuove esenzioni per le aziende americane
ROMA – Un ulteriore successo per Donald Trump. I Paesi del G7 hanno raggiunto un accordo relativo alla tassazione globale delle multinazionali. Secondo quanto riportato da La Repubblica, la presidenza canadese del G7 ha comunicato che è stata trovata un’intesa tra le principali economie per una “soluzione parallela” che, in virtù della “sovranità fiscale dei Paesi”, esclude alcune aziende americane da specifiche disposizioni del nuovo regime fiscale, considerando le tasse già versate negli Stati Uniti, riporta Attuale.
L’accordo precedente, fissato nel 2021, mirava a porre fine alle pratiche di elusione fiscale da parte delle multinazionali, in particolare delle Big Tech statunitensi. In quell’occasione, venne stabilita una soglia di tassazione minima pari al 15% dei profitti globali.
“L’intesa raggiunta in seno al G7 sulla tassazione minima globale è un compromesso rispettabile ottenuto con l’amministrazione americana, che salvaguarda le nostre imprese dalle ritorsioni automatiche originariamente previste dalla clausola 899 dell’Obbba, attualmente all’esame del Senato Usa. È fondamentale continuare a lavorare in questa direzione e promuovere il dialogo”, ha dichiarato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Questo nuovo approccio rappresenta un passo significativo verso l’equità fiscale a livello mondiale, ma solleva questioni importanti riguardanti la coerenza e l’efficacia dell’accordo nell’affrontare le sfide fiscali attuali. La necessità di assicurare che tutte le multinazionali, indipendentemente dalla loro provenienza, contribuiscano equamente è cruciale per il futuro delle politiche fiscali globali.
Inoltre, il tema della tassazione delle multinazionali continua a essere un argomento di intenso dibattito. Le misure implementate devono essere monitorate attentamente per garantire che non vengano sfruttate e che non danneggino l’integrità dei sistemi fiscali nazionali. I governi sono chiamati a trovare un equilibrio che consenta di incentivare gli investimenti mentre si combatte l’evasione fiscale.
In sintesi, mentre l’accordo raggiunto è indubbiamente un passo avanti, sarà essenziale seguirne l’attuazione e valutare il suo impatto sulle economie nazionali e globali. Solo così si potrà vedere se questa “soluzione parallela” davvero porterà a una tassazione più equa e trasparente per tutte le multinazionali operanti nei vari Paesi.