Raccolta di firme per il referendum sulla riforma della giustizia: Gasparri guida l’iniziativa del centrodestra
Il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, ha annunciato che il centrodestra avvierà la raccolta di firme parlamentari necessarie per promuovere un referendum sulla riforma della giustizia. In merito alle potenziali conseguenze politiche del voto, Gasparri ha affermato: “Non temiamo affatto il giudizio e la conferma popolare. Perciò vogliamo essere i primi a promuovere il referendum. Siamo già pronti, come centrodestra, ad attivare la procedura per chiedere la consultazione ai sensi della Costituzione, che prevede la richiesta di un quinto dei parlamentari. Ed è quello che faremo. Così affronteremo con tempestività l’appuntamento. La giustizia deve funzionare meglio. E la riforma costituzionale è il primo passo indispensabile, anche per stroncare il mercimonio degli incarichi figlio della politicizzazione correntizia delle toghe”, riporta Attuale.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sollevato preoccupazioni riguardo alla riforma, suggerendo che forse “non valga la candela,” esprimendo timori su possibili ripercussioni sulla maggioranza e sul governo. Gasparri ha risposto a tali affermazioni: “Non capisco il senso dell’affermazione. Probabilmente ha privilegiato il ruolo di terzietà del proprio incarico, profilo che spesso viene accusato di non avere, con una considerazione non di parte né di partito. Secondo noi il gioco, la riforma, vale eccome.”
La proposta mira a ridurre la “politicizzazione correntizia” del Consiglio superiore della magistratura (Csm), con Gasparri che sottolinea: “L’obiettivo è arginare attraverso il sorteggio la politicizzazione correntizia del Csm, in base al quale si spartiscono incarichi tra correnti all’interno dell’organo di autogoverno.”
Riguardo al tema della separazione delle carriere dei magistrati, Gasparri ha risposto alle critiche evidenziando che un eventuale rifiuto della riforma potrebbe aggravare l’inefficienza del sistema giudiziario: “Come mai nessuno si occupa di quelli che hanno impedito di parlare al dem Emanuele Fiano o di quanti hanno messo a ferro e fuoco Milano e Bologna? Una vittoria del No alimenterebbe solo l’inefficienza e la politicizzazione della magistratura.”
Le preoccupazioni circa una potenziale sottomissione dei pubblici ministeri al potere politico sono state respinte da Gasparri come infondate: “Ma non c’è nessuna proposta di questa natura. È una bugia che dimostra l’assoluta malafede di chi si oppone alla riforma. L’ordine giudiziario resta libero e autonomo. Nell’articolato della riforma non c’è nessuna norma che introduca un principio del genere. Chi ne parla dice falsità.”
Infine, in merito alle dichiarazioni del presidente dell’Anm Cesare Parodi riguardo alle “indegne” vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi, Gasparri ha commentato: “Parodi, che ho conosciuto e rispetto nella sua moderazione, dovrebbe imparare a comunicare meglio. Dopo 30 anni di gogna giudiziaria a scapito della propria reputazione, un uomo pubblico non può accontentarsi di veder infine riconosciuta la propria ragione.”