Nuova gestione degli aiuti umanitari in Gaza sotto il comando statunitense
Una nuova organizzazione controllata dall’esercito statunitense, prevista dal piano di pace di Donald Trump, si è recentemente sostituita a Israele nella gestione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato da funzionari del governo israeliano, il passaggio di consegne si è concluso venerdì, come confermato da media internazionali e locali, riporta Attuale.
Attualmente, è prematuro valutare se questo cambiamento rappresenti una mera formalità o se possa effettivamente migliorare la situazione umanitaria a Gaza. Le consegne di cibo e beni essenziali, parzialmente riprese dopo il cessate il fuoco, continuano a risultare insufficienti per le necessità della popolazione.
In passato, il controllo delle consegne era gestito dal COGAT, una divisione dell’esercito israeliano che decideva chi poteva entrare nella Striscia. Questa divisione ha ampi poteri per ostacolare e ritardare le consegne di cibo e beni necessari. Ora, come riporta il Washington Post, le decisioni riguardanti gli aiuti saranno affidate a un nuovo Civil-Military Coordination Center (CMCC), segnando un cambiamento significativo nel processo decisionale.
Sebbene il piano di Trump preveda un aumento sostanziale dell’assistenza umanitaria, gli Stati Uniti non hanno ancora comunicato se rimuoveranno alcune delle restrizioni imposte da Israele. È certo, tuttavia, che Israele continuerà a mantenere una certa influenza, nonostante il possibile esautoramento del COGAT.
Il CMCC è stato istituito il 21 ottobre come esito dell’accordo mediato da Trump e viene gestito direttamente dagli Stati Uniti, con la partecipazione di altri paesi, tra cui Germania, Francia e Regno Unito. Ha sede a Kiryat Gat, a sud di Gerusalemme, in un edificio che ospita anche funzionari israeliani e rappresentanti di ONG. Per enfatizzare il suo ruolo, l’amministrazione Trump ha inviato in visita il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e altri alti funzionari.
Secondo funzionari israeliani, la nuova organizzazione avrebbe un ruolo subordinato rispetto agli Stati Uniti, anche se questa affermazione necessiterà di ulteriore verifica. Il COGAT ha affermato che l’operato del CMCC “non costituisce un trasferimento di autorità o responsabilità” e che l’esercito israeliano continuerà a ispezionare le consegne, il che potrebbe consentirgli di mantenere un controllo diretto sulla situazione.
Dopo il cessate il fuoco del 10 ottobre, l’ingresso di cibo e beni essenziali è ripreso, ma le quantità restano al di sotto delle necessità. Il governo di Hamas ha denunciato che Israele permette attualmente l’ingresso di soli 145 camion al giorno, ben lontano dai 600 previsti dall’accordo e considerati necessari per la popolazione. Inoltre, le mancanze riguardano anche il riparo adeguato per l’inverno.
Recentemente, l’esercito israeliano ha bloccato tutte le consegne di cibo e beni essenziali come ritorsione contro Hamas per la mancata restituzione dei corpi di ostaggi. Finora, l’esercito ha riaperto solo due varchi di confine, Kerem Shalom e Kissufim, mentre resta chiuso il valico di Rafah, unico ingresso da Egitto, bloccato da maggio 2024.