Hacker cinese arrestato a Malpensa, Zewei Xu si difende: “Scambio di persona”

09.07.2025 03:25
Hacker cinese arrestato a Malpensa, Zewei Xu si difende: “Scambio di persona”

Milano, 9 luglio 2025 – Enrico Giarda, legale difensore di Zewei Xu, il 33enne cinese arrestato il 3 luglio a Malpensa su mandato statunitense, con accuse di hackeraggio e spionaggio, sostiene che ci sia stato un “scambio di persona” e un “errore d’identità” riguardo al suo assistito, il quale ha affermato che “un telefono gli era stato rubato in passato”, riporta Attuale.

Un furto avvenuto in circostanze misteriose che potrebbe aver influenzato la questione dello scambio di identità. Xu, infatti, è stato associato a due alias, elementi sui quali gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza. “Non avevo motivi per compiere le azioni di cui sono accusato; qualcun altro potrebbe aver violato il mio account. Nel 2019-2020 mi è sparito un telefono, che ragioni avrei per fare spionaggio usando un account a nome mio?”, ha dichiarato ieri mattina il 33enne, IT manager di un’azienda a Shanghai, durante l’udienza di fronte alla giudice Veronica Tallarida della Corte d’Appello di Milano, che il 4 luglio ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere a Varese (attualmente detenuto a Busto Arsizio).

L’udienza di ieri è stata “tecnica”, con l’identificazione e la richiesta di consenso all’estradizione avanzata dagli Stati Uniti nell’ambito dell’inchiesta condotta dall’FBI. Un consenso che, naturalmente, Xu, bloccato in aeroporto mentre era in vacanza, non ha dato, come ha testimoniato sua moglie, presente in aula. Il manager ha ribadito che “non ha nulla a che vedere con questa vicenda”, insistendo ancora sul fatto che “qualcuno potrebbe aver usato la mia identità e il mio comune nome e cognome, sfruttando il mio account email”. In effetti, proprio l’account rintracciato è al centro delle indagini, secondo l’FBI, utilizzato da Xu per attività di spionaggio.

Entro dieci giorni dall’arresto, il ministero della Giustizia italiano dovrà comunicare alla Corte di Milano se intende confermare il provvedimento di estradizione. Successivamente, entro 40 giorni, gli Stati Uniti dovranno inviare la documentazione relativa alla richiesta. Un’udienza per decidere sulla consegna a Washington potrebbe svolgersi non prima di settembre. Nel frattempo, la difesa sta preparando una “richiesta di arresti domiciliari”. La moglie del manager, 32 anni, insegnante di matematica a Shanghai, sta cercando un appartamento in affitto a Milano per essere vicina al marito.

Nei prossimi giorni, il legale potrebbe presentare l’istanza per i domiciliari ai giudici della quinta sezione penale d’appello. “Perché sono stati proprio lui identificato dagli Stati Uniti? È questa la nostra domanda”, ha spiegato Giarda. Al centro dell’indagine c’è proprio quel profilo, ritenuto dall’FBI di Xu, che sarebbe stato utilizzato per condividere informazioni con complici al servizio del governo cinese, oltre a penetrare computer sfruttando vulnerabilità dei sistemi e rubare dati sulle politiche governative e sull’attività di ricercatori e accademici dell’Università del Texas, impegnati nella lotta contro il Covid. Una accusa piuttosto dettagliata che la coppia respinge con determinazione. “Emotivamente sono molto disorientati; erano in vacanza e ora lui si trova in carcere con accuse gravi e difficili da comprendere”, ha aggiunto Giarda. Nel frattempo, il consolato cinese ha richiesto e ottenuto di visitare Xu in carcere per un colloquio.

Da non perdere