La sua ideologia nostalgica l’ha portato a ricevere pesanti condanne in passato per aver usato parole d’ordine hitleriane e il motto “Alles fur Deutschland”
Il trionfo dell’estrema destra di Afd e dell’estrema sinistra Bsw di Sahra Wagenknecht (più un movimento sovranista e populista) nelle elezioni dei land tedeschi di Turingia e Sassonia bruciano. I punti di contatto tra i due partiti non sono pochi: immigrazione, rapporto con la Nato e filo-putinismo sono i controversi elementi in comune tra Bsw e Afd. In più, la retorica euroscettica e nazionalista del partito Alternative fur Deutschland fa leva nella Germania che perde sempre più fiducia nel governo Scholz e nella coalizione formata da Spd, liberali e verdi. Una bella grana per il cancelliere, che il prossimo anno dovrà affrontare le elezioni politiche generali ed evitare di governare con l’Afd.
Perché gli estremi hanno successo nella Germania dell’Est
Il successo del partito di estrema destra nella Germania orientale è dovuto a fattori storici – il passato sovietico e l’affidamento della gestione degli affari politici a un uomo forte – e il carisma provocatorio del leader dell’Afd. Se la leader del partito di sinistra sovranista e populista condanna il passato nazista, lo stesso non può dirsi dell’estremista Bjorn Hocke. L’uomo forte del partito, che è diventato il primo in Turingia con il 33,1% dei voti e il secondo in Sassonia con il 30,5% delle preferenze (dietro alla Cdu), spinge una narrativa che fa leva sulla paura, sul nazionalismo e sul profondo scetticismo verso le istituzioni democratiche, tra cui l’Unione europea. E soprattutto, in vista del voto a Est, Hocke ha fatto da megafono al concetto di “remigrazione”, ovvero rimandare circa 2 milioni di persone a casa loro.
L’adulazione a Hitler del leader dell’Afd
Hocke conosce bene la Turingia, dove si è trasferito nel 2014 dopo essere nato e vissuto a Lubecca, nel nord della Germania. Ex insegnante di storia, ha portato con sé una visione del mondo profondamente radicata in una sorta di “nostalgia nazionalista” con un forte accento sull’identità etnica tedesca. Tanto che l’anno dopo il suo arrivo nel land che gli ha regalato il 33,1% dei voti, Hocke ha contribuito a fondare Der Flugel, un’ala estremista dell’Afd che ha spostato ulteriormente a destra il partito.
Ma perché piace tanto? L’estremista è noto per la sua opposizione radicale all’immigrazione e al multiculturalismo, che considera come minacce esistenziali per la Germania. Non risparmia attacchi nemmeno all’Unione europea, più volte definita dal leader di estrema destra come la causa che sta “distruggendo l’identità nazionale” dei suoi Stati membri, proponendo un ritorno a una confederazione di Stati sovrani, con meno integrazione e più autonomia nazionale.
La sua ideologia nostalgica l’ha portato a ricevere pesanti condanne in passato per aver usato parole d’ordine hitleriane e il motto “Alles fur Deutschland”, un classico della milizia hitleriana SA. Anche il negazionismo è la caratteristica di Hocke. Nel 2017, in una lunga arringa all’ala giovanile del partito, l’ex professore di storia ha attaccato il Memoriale della Shoah di Berlino. “Siamo l’unico popolo al mondo che fa un monumento alla vergogna di sé nel cuore della capitale”. La stoccata è arrivata poco dopo. Al Wall Street Journal, ha invece elogiato il dittatore nazista: “Il grande problema con Hitler è che se ne parla come del male assoluto. Ma niente nella Storia è bianco o nero”.