I due attentatori di Sydney: profili, legami e le indagini sull’attacco a Bondi Beach

15.12.2025 08:15
I due attentatori di Sydney: profili, legami e le indagini sull'attacco a Bondi Beach

Attacco a Bondi Beach: un padre e un figlio coinvolti in una strage

Un attacco armato avvenuto a Bondi Beach ha lasciato il segno e indagini sono in corso per chiarire le circostanze che hanno portato a un efferato crimine. Sajid Akram e suo figlio Naveed, inizialmente dichiarati in visita per una giornata di pesca, si sono rivelati autori di un attacco armato che ha scosso la località, riporta Attuale.

Sajid, 50 anni, di origine pachistana, e Naveed, 24 anni, hanno affittato un appartamento dove hanno accumulato un arsenale composto da armi legali e ordigni rudimentali. In un’azione premeditata, sono stati visti partire da questo nascondiglio per colpire durante la celebrazione di Hannukah, costando la vita a numerose persone.

Le indagini iniziali non escludono l’ipotesi di un collegamento con lo Stato Islamico. Naveed era stato precedentemente monitorato dalle autorità per sospetti legami jihadisti, sebbene non ci fossero prove sufficienti per un arresto. Inoltre, durante l’attacco, sono state trovate due bandiere del Califfato nell’auto degli aggressori, suggerendo possibili giuramenti di fedeltà al gruppo, che di solito avvengono prima di simili attacchi.

Investigatori stanno ricostruendo i profili di Sajid e Naveed e eventuali legami con cellule estremiste. Sajid, residente in Australia dal 1998, aveva avviato un negozio di frutta e verdura, mentre Naveed, nato in Australia e con un passato di studi religiosi, era disoccupato. L’attacco ha messo in evidenza l’accesso a un arsenale di armi legali, utilizzato poi nell’incursione che ha visto la morte del padre e gravi ferite per il figlio, attualmente in ospedale.

Suscita interrogativi anche la motivazione alla base della pianificazione di un massacro durante una celebrazione popolare. È purtroppo evidente che i legami familiari possono rappresentare un fattore di coesione nelle formazioni integraliste, consolidando la determinazione a portare avanti atti estremi.

Fonti ufficiali hanno confermato indagini su Naveed a seguito della scoperta di una cellula Isis nel paese. In precedenti operazioni, l’antiterrorismo australiano aveva neutralizzato piani volti a compromettere la sicurezza aerea, dimostrando una minaccia persistente che si ripresenta con diverse modalità, dalla violenza isolata ad aggressioni mirate.

In agosto, le autorità australiane hanno espulso l’ambasciatore iraniano a causa dell’incitamento di atti antisemiti e sono emersi legami con criminali comuni assoldati per obiettivi terroristici. Nonostante gli avvertimenti ricevuti dai servizi di intelligence, c’è stata una evidente sottovalutazione delle minacce, suscitando polemiche politiche con il primo ministro Albanese. La tensione e il clima di paura si intensificano in un contesto di conflitto globale.

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