I timori di Kiev sulla creazione di una demilitarizzata zona cuscinetto: possibilità di nuovi attacchi

11.12.2025 21:05
I timori di Kiev sulla creazione di una demilitarizzata zona cuscinetto: possibilità di nuovi attacchi

Proposte di Zona Demilitarizzata tra Ucraina e Russia: I Dubbi di Kiev e la Vigilanza degli USA

DALLA NOSTRA INVIATA
KIEV

Le negoziazioni in corso tra Mosca e Kiev, mediate dagli Stati Uniti, hanno portato all’ipotesi di una zona demilitarizzata simile a quella che separa la Corea del Nord dalla Corea del Sud, una questione tuttavia ancora avvolta da incertezze sulla definizione dei confini, riporta Attuale.

Il piano iniziale dell’amministrazione Trump prevedeva, tra l’altro, la creazione di una «zona cuscinetto neutrale» dopo il ritiro delle forze ucraine dalla provincia di Donetsk. Si ipotizza che questa zona possa essere «riconosciuta a livello internazionale come territorio appartenente alla Federazione Russa», ma al contempo non dovrebbe prevedere l’ingresso delle forze russe. Gli sviluppi riportati dai media della scorsa settimana evidenziano che uno degli aspetti critici è la creazione di questa fascia demilitarizzata «lungo l’intera linea del cessate il fuoco», dalla provincia di Donetsk fino alle regioni di Zaporizhzhia e Kherson a sud, con un monitoraggio rigoroso, simile a quello della zona tra le due Coree.

A novembre, Trump ha inviato Dan Driscoll, segretario dell’esercito americano, a Kiev per assicurarsi il consenso di Volodymyr Zelensky riguardo la proposta di pace; tuttavia, si è trovato di fronte a un’amministrazione ucraina particolarmente preoccupata. Fonti citate dal Financial Times hanno descritto la situazione come «nauseante» per gli ambasciatori europei coinvolti. Driscoll ha affermato che il suo governo era pronto a garantire la sicurezza dell’Ucraina lungo quella che sarebbe diventata la «zona demilitarizzata più tecnologicamente avanzata del mondo». Tuttavia, i funzionari ucraini ritengono che tale proposta possa esser rassicurante solo in apparenza, vedendola piuttosto come un’opzione per un conflitto congelato che darebbe a Mosca il tempo di riorganizzarsi per una nuova offensiva.

Emil Kastehelmi, analista militare del gruppo finlandese Black Bird, conferma le preoccupazioni di Kiev, sottolineando che l’assenza di garanzie di sicurezza tangibili, come la presenza di truppe occidentali sul territorio ucraino, rappresenterebbe un problema sostanziale, aspetto che Mosca non è disposta ad accettare.

Altre incertezze riguardano la definizione di «zona demilitarizzata» e l’estensione chilometrica di questa area. Il ricercatore senior Michael Kofman del Carnegie Endowment for International Peace ha espresso dubbi riguardo un eventuale ritiro totale delle truppe dal Donbass o un ritiro equilibrato delle forze da entrambe le parti dalla linea di demarcazione.

Un ulteriore interrogativo è come poter definire «demilitarizzazione» nel contesto attuale, tenendo in considerazione la presenza di gruppi dotati di droni capaci di operare dietro le linee nemiche. Se dovesse affermarsi l’idea che la DMZ resti sotto il controllo russo, ciò rischierebbe di consegnare a Mosca la cintura di fortezze di Donetsk, un obiettivo che Kiev non intende cedere dopo undici anni di conflitto.

1 Comments

  1. Che situazione complicata! Diciamo che una zona demilitarizzata sembra un parolone, ma alla fine è solo un modo per guadagnare tempo. Non so, a me sembra solo che si stia preparando il terreno per un possibile nuovo conflitto. Dopo tutti questi anni di guerra, chi ci crede ancora?

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