Ucraina e le nuove prospettive di sicurezza in Europa
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato, a margine di un incontro a Parigi, che «purtroppo non ci sono segnali da parte della Russia che voglia davvero mettere fine a questa guerra». Queste parole sono arrivate dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che «gli europei sono ormai pronti a offrire all’Ucraina le garanzie di sicurezza necessarie, una volta raggiunta la pace», riporta Attuale.
Il summit, che ha visto la partecipazione di circa 35 paesi in presenza e in videoconferenza, è stato convocato per consolidare il sostegno all’Ucraina e per affrontare le nuove sfide geopolitiche post-elezioni statunitensi. Questo incontro, voluto da Francia e Gran Bretagna, ha come obiettivo quello di rinfocolare la cooperazione tra le nazioni occidentali in risposta alle incertezze politiche a Washington e di spingere per un rafforzamento della sicurezza europea.
Nel corso della giornata, i partecipanti discuteranno diverse misure di sostegno all’esercito ucraino, tra cui il rafforzamento degli aiuti militari e la possibile estensione della protezione dell’articolo 5 della NATO all’Ucraina. Zelensky ha già incontrato in precedenza i rappresentanti dei paesi nordici, dove ha suggerito che un’alleanza di «volenterosi» potrebbe farsi carico della sicurezza dell’Ucraina in caso di cessate il fuoco.
Un punto cruciale delle trattative è la risposta del presidente americano Donald Trump, che si collegherà con i leader europei nel pomeriggio. Si attende con interesse se Trump offrirà una rete di sicurezza agli sforzi europei o se utilizzerà il suo intervento per guadagnare tempo per Putin, datosi che oggi scade il termine stabilito per avviare trattative di pace.
Dal punto di vista italiano, fonti di Palazzo Chigi hanno chiarito che l’assenza fisica della premier Giorgia Meloni, che parteciperà all’incontro in videoconferenza, non implica una posizione divergente rispetto agli altri leader. È previsto che l’Italia possa continuare a contribuire a monitoraggi e formazioni al di fuori dei confini ucraini, a patto che vengano effettivamente raggiunti gli accordi di cessazione delle ostilità.