Omicidio di Fernando Báez Sosa: la sentenza definitiva
Cinquanta secondi: è il tempo impiegato da otto rugbisti di Zárate per mettere fine alla vita di Fernando Báez Sosa, un diciottenne di Buenos Aires. L’episodio è avvenuto all’alba del 18 gennaio 2020 a Villa Gesell, dove il giovane si trovava in vacanza con amici. Dopo un pestaggio violento, il video dell’attacco è diventato virale, sollevando un’ondata di indignazione in tutto il paese, riporta Attuale.
Il primo contatto tra Báez Sosa e il gruppo di rugbisti si verifica all’interno del locale La Brique intorno alle 4.30, dove un litigio iniziale sfocia in un confronto più serio fuori dal locale circa 15 minuti dopo. Il giovane viene trovato senza vita sul marciapiede, con un trauma cranico. L’episodio ha scatenato un’onda di proteste e dibattiti sociali sulla violenza giovanile e il ruolo degli sportivi nella società.
Nel febbraio 2023, otto ragazzi coinvolti nell’omicidio sono stati condannati. Máximo Thomsen, Enzo Comelli, Ciro e Luciano Pertossi e Matías Benicelli hanno ricevuto una condanna all’ergastolo, mentre Lucas Pertossi, Blas Cinalli e Ayrton Viollaz sono stati condannati a 15 anni di carcere come complici. Attualmente, tutti si trovano nel carcere di massima sicurezza di Melchor Romero, a La Plata, vicino Buenos Aires.
La docuserie 50 secondi – Il caso Fernando Báez Sosa, realizzata da Netflix, ricostruisce gli eventi di quel minuto fatale attraverso video delle telecamere di sicurezza e interviste con familiari e amici di Báez Sosa, nonché con i condannati.
Chi era Fernando Báez Sosa
Fernando, nato nel 2001 da genitori immigrati paraguaiani, si era recentemente iscritto all’Università di Buenos Aires per studiare Giurisprudenza, aspirando a diventare avvocato. Inizialmente aveva insistito per andare in vacanza con gli amici, vedendo in questa esperienza un’ultima opportunità prima dell’inizio dell’università.
A Villa Gesell, il gruppo di amici trascorre la giornata in spiaggia, per poi decidere di recarsi al locale Le Brique, un’area nota per l’animata vita notturna, dove avvengono frequentemente litigi.
La notte del 18 gennaio, conosciuta per il tragico epilogo, Báez Sosa e i suoi amici si trovano coinvolti in una rissa che scaturisce da un malinteso, quando il giovane interviene per placare una situazione tesa. Dopo l’attacco letale, gli aggressori non si fermano e fuggono dalla scena, lasciando Fernando senza vita.
Reazioni e approfondimenti sulla violenza tra i giovani
Subito dopo l’accaduto, i video del pestaggio si diffondono sui social, attirando l’attenzione dei media nazionali. Le condanne ricevute dagli aggressori evidenziano la gravità del crimine e la necessità di affrontare il problema della violenza giovanile, che in Argentina sta diventando sempre più preoccupante. Figure pubbliche come Papa Francesco e l’allora presidente argentino Alberto Fernandez hanno espresso il proprio cordoglio, mentre la società civile chiede giustizia e un cambiamento culturale rispetto alle aggressioni di questo tipo.
Con il processo che si è aperto nel gennaio 2023 e le condanne severe, la speranza è che l’omicidio di Báez Sosa segni un punto di svolta nella lotta contro la violenza tra i giovani e l’impunità che spesso caratterizza questi eventi.
Recentemente, la difesa ha presentato ricorso contro le condanne, contestando la premeditazione e sostenendo irregolarità processuali, ma la sentenza è stata confermata dalle autorità giudiziarie.
I condannati, ora tra i 23 e i 25 anni, partecipano alle attività del carcere e i racconti indicano che, nonostante le loro circostanze, continuano ad avere accesso all’istruzione e ai corsi di formazione.