Il coraggio di Maria Cristina Gallo e la sua battaglia contro la malasanità in Sicilia

10.10.2025 22:25
Il coraggio di Maria Cristina Gallo e la sua battaglia contro la malasanità in Sicilia

Trapani – Maria Cristina Gallo, 56 anni, insegnante di italiano all’istituto tecnico industriale “R. D’Altavilla” di Mazara del Vallo, è deceduta dopo una lunga battaglia contro un tumore, avvenuta in un contesto di gravi ritardi nel sistema sanitario siciliano. Dal suo dramma emerge un preoccupante quadro della sanità nella regione, che ha messo in evidenza l’indifferenza e i ritardi fatali nella gestione delle malattie, riporta Attuale.

La battaglia di Maria Cristina inizia nel dicembre del 2023, quando si sottopone a un’operazione per un fibroma presso l’ospedale di Mazara del Vallo. Un esame istologico viene richiesto, ma il risultato della biopsia arriva solo nell’agosto del 2024. Ottocento giorni di attesa che si rivelano fatali poiché, nel frattempo, la malattia progredisce con metastasi diffuse e mortali.

Ritardi e responsabilità

Le ragioni del ritardo nella consegna degli esami sono attribuibili a una successione di inefficienze e rimpalli istituzionali. La situazione ha portato alle dimissioni del direttore generale dell’Asp di Trapani. Questo caso è emblematico del caos della sanità siciliana, un sistema di cui la lentezza e l’insensibilità alle necessità dei pazienti sono segnali preoccupanti.

Maria Cristina ha alzato la voce per denunciare non solo la sua esperienza personale, ma anche lo scandalo di centinaia di pazienti in attesa di referti cruciali per diagnosi e cure tempestive. Il suo impegno ha avviato un’inchiesta della Procura di Trapani, in cui risultano indagati 10 medici e 9 tra tecnici e funzionari Asp.

Un cambiamento necessario

Il suo attivismo ha già prodotto risultati: in seguito alle sue denunce, i tempi di consegna dei referti istologici nella provincia di Trapani sono migliorati. “Chi, nella primavera 2025, ha cominciato a ricevere i propri esiti nei tempi dovuti, lo deve anche a Cristina”, afferma l’avvocato Nicolò Grossi, legale e amico di Maria Cristina.

L’eredità di una guerriera

Sebbene il suo percorso si concluda tragicamente, il suo lascito è significativo. Gallo diventa un simbolo della lotta contro la malasanità, trasformando il suo dolore in impegno sociale. Poco prima di morire, si era dedicata all’apertura di una biblioteca diocesana per i bambini e aveva intrattenuto una corrispondenza con il deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, esprimendo la sua speranza di cambiare le cose per le future generazioni. Dopo la sua morte, Mulè ha affermato: “È stata una mamma tenerissima, una moglie esemplare, una combattente irriducibile. Ha combattuto soprattutto per aiutare gli altri.”

La reazione politica

Dopo il suo decesso, la questione ha sollevato molte polemiche politiche. “È una storia che ti fa vergognare di essere italiano. Nella Sicilia di Schifani si discute di sanità solo per spartirsi le nomine”, accusa Carlo Calenda, leader di Azione. “Ha combattuto contro l’indifferenza, i ritardi e il rimpallo di responsabilità che uccide più della malattia”, aggiunge Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva. Il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, conclude: “Le sue parole e le sue denunce hanno scosso le coscienze e salvato altre vite”. La testimonianza di Gallo rappresenta un appello affinché la sanità migliori e si faccia carico delle reali necessità dei pazienti.

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