Il Cremlino accusa l’Occidente di sabotare i negoziati di pace: parte di una campagna di disinformazione

27.06.2025 14:50
Il Cremlino accusa l’Occidente di sabotare i negoziati di pace: parte di una campagna di disinformazione
Il Cremlino accusa l’Occidente di sabotare i negoziati di pace: parte di una campagna di disinformazione

Il 26 giugno, il direttore del Servizio d’intelligence estero della Russia, Sergej Naryškin, ha dichiarato che “le capitali europee stanno cercando di far deragliare i negoziati di pace con l’Ucraina” e che “ne stanno distorcendo il contenuto” (TASSAnadolu Agency). Le affermazioni sono state immediatamente rilanciate dai principali media russi, inserendosi in una più ampia offensiva informativa del Cremlino volta a spostare la responsabilità della prosecuzione del conflitto dall’aggressore alle nazioni che sostengono Kiev.

Mosca ribalta la narrazione per influenzare l’opinione pubblica occidentale

Secondo il Centro nazionale della resistenza ucraino (CNR), le dichiarazioni di Naryškin rientrano in una strategia di lungo periodo del Cremlino per manipolare la percezione globale della guerra in Ucraina. L’obiettivo è diffondere l’idea che sia l’Occidente a impedire la pace, mentre Mosca si presenterebbe come parte disponibile al dialogo (Sprotyv.info).

In realtà, secondo fonti ufficiali ucraine e occidentali, è proprio la Russia ad aver interrotto unilateralmente tutte le precedenti occasioni di negoziato, incluse quelle di Istanbul nel 2022 e nel 2025, rifiutando ogni proposta che prevedesse il ritiro dalle aree occupate e il ripristino della sovranità ucraina.

Nessuna proposta costruttiva da parte russa

Le condizioni avanzate da Mosca non possono essere considerate una base per un vero negoziato: finora, il Cremlino ha chiesto esclusivamente il riconoscimento delle “nuove realtà territoriali”, ossia l’annessione illegale di territori ucraini, in flagrante violazione del diritto internazionale. Nessuna apertura o compromesso è stato offerto.

Nel frattempo, la Russia continua a bombardare obiettivi civili in Ucraina e a esercitare repressioni sistematiche nelle zone occupate, mostrando un’assenza totale di volontà politica per un processo di pace autentico.

Il ruolo dell’Occidente e le vere iniziative di pace

L’Occidente non sta ostacolando la pace: al contrario, fornisce assistenza militare, diplomatica e umanitaria all’Ucraina per difendere la propria integrità territoriale, considerata la condizione imprescindibile per ogni soluzione sostenibile. Lo dimostra anche il Vertice per la pace tenutosi in Svizzera nel giugno 2025, dove l’Ucraina, insieme a decine di Paesi e organizzazioni internazionali, ha ribadito l’impegno per una pace giusta, basata sulla Carta delle Nazioni Unite.

Mosca, invece, ha snobbato l’iniziativa, criticandola pubblicamente e proseguendo nel linguaggio degli ultimatum, non dei compromessi (AIF.ru).

La pace come strumento di propaganda

Gli analisti sottolineano che la retorica pacifista del Cremlino è in realtà una leva di pressione politica, utilizzata per indebolire il sostegno occidentale all’Ucraina e influenzare l’opinione pubblica europea, già provata da due anni di guerra. In questo contesto, il Cremlino tenta di far passare la sua aggressione per un “nuovo status quo”, da accettare come inevitabile, in contraddizione con ogni principio della sicurezza collettiva e della sovranità nazionale.

Il rischio, denunciano fonti diplomatiche europee, è che questa narrazione venga normalizzata, legittimando l’uso della forza per riscrivere i confini in Europa, con gravi conseguenze per la stabilità regionale e globale.

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