Il Donbass al centro della guerra in Ucraina: il futuro incerto di una regione contesa
DALLA NOSTRA INVIATA
KIEV – Il Donbass, territorio formato dalle regioni di Donetsk e Lugansk, rappresenta da sempre un’area di forte interesse strategico per le potenze che desiderano esercitare il proprio controllo. Oggi, con una combinazione di lingue e ideologie, la lingua predominante è una mescolanza di russo e ucraino nota come surzhyk, riporta Attuale.
Questa regione è al centro della trattativa tra Mosca e Kiev per porre fine alla conflictto più grande che l’Europa abbia mai vissuto dal 1945. La Russia mira a conquistare la parte della regione di Donetsk definita la «cintura delle fortezze», comprendente le città di Pokrovsk, Kostyantynivka, Druzhkivka, Kramatorsk e Slovyansk, un bastione contro le forze russe nell’Ucraina Orientale da oltre undici anni. Questo territorio rappresenta oltre il 20% della regione, essendo anche un’importante area mineraria e idrica.
Negli ultimi giorni, le forze russe stanno avanzando: si registrano progressi significativi nella zona di Pokrovsk e ci sono segnali di una possibile offensiva sul limitare meridionale di Kostyantynivka. Il comandante di stato maggiore di Kiev, Oleksander Syrsky, ha avvertito che circa 710 mila uomini sono schierati lungo il fronte, con entrambi i lati che lamentano perdite significative in termini di truppe e mezzi.
L’amministrazione Trump, attraverso l’inviato speciale Steve Witkoff, sta esercitando pressione sui negoziatori ucraini per accettare un accordo di «scambio di territori». Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha escluso questa possibilità, ritenendo che cedere terre senza combattere costituirebbe un errore politico, militare e morale, considerando il numero elevato di vite perse nella difesa di questa regione.
Il piano Trump, delineato in 28 punti, propone anche la creazione di una «zona cuscinetto neutrale e demilitarizzata» dopo il ritiro delle forze ucraine dal Donetsk, simile a quella tra Nord e Sud Corea. Tuttavia, questa proposta non rassicura Kiev né i suoi alleati europei. La questione delle garanzie di sicurezza rimane cruciale, poiché né l’Europa né Washington hanno manifestato l’intenzione di schierare truppe sul terreno. La domanda che sorge è: chi dovrebbe sorvegliare questa nuova zona?
Oleksandra Matviichuk, premio Nobel per la Pace ucraino, ha evidenziato come Putin abbia utilizzato gli otto anni trascorsi dopo gli accordi di Minsk per trasformare la Crimea e il Donbass in basi militari da cui lanciare guerre su vasta scala. In una situazione in cui l’appetito viene mangiando, l’idea di sacrificare il Donetsk non può essere presa in considerazione.
Mah, che situazione assurda… Il Donbass è diventato un campo di battaglia ma nessuno sa davvero come si concluderà. 🤷♂️ Cedere territori sarebbe un errore, ma mantenere il conflitto così rischia di portare a ulteriori perdite. E pensare che in Europa ci sono ancora negoziati che sembrano non portare a nulla… ditemi voi!