Il fondatore di Telegram ora accusato anche di violenza contro un figlio

29.08.2024
Il fondatore di Telegram ora accusato anche di violenza contro un figlio
Il fondatore di Telegram ora accusato anche di violenza contro un figlio

Rilasciato dopo aver pagato una cauzione da 5 milioni, su Pavel Durov emergono nuovi dossier: presunte violenze e forse un segreto con Macron

Per le attività illegali svolte attraverso l’app di messaggistica Telegram la giustizia francese gli ha concesso la libertà vigilata, ma per Pavel Durov i guai non sono finiti. Il tribunale dei minori avrebbe aperto un fascicolo sul multimiliardario per “gravi violenze” nei confronti di uno dei suoi figli, nato nel 2017. 

Rilasciato su cauzione. Durov si è “consegnato” a Macron?

Nel pomeriggio del 28 agosto si è svolto il primo interrogatorio di Durov. Dodici in tutto i capi di imputazione contestati, per aver consentito lo svolgersi di attività criminali – dallo spaccio internazionale alla pedopornografia – attraverso la sua piattaforma. In serata è emerso che Durov verrà rinviato a giudizio, nel frattempo è stata decisa la libertà vigilata dietro il pagamento di una cauzione di 5 milioni di euro, obbligo di presentarsi in commissariato due volte alla settimana e divieto di lasciare la Francia.

Si fanno intanto strada alcune dietrologie sul suo arresto. Il fondatore di Telegram potrebbe essersi consegnato volontariamente alla giustizia francese per sfuggire a quella russa? Secondo alcuni è possibile che sapesse dell’inchiesta su di lui, e già in passato aveva sperimentato la mano censoria del Cremlino. Nel 2013 Durov aveva già fondato “VKontakte”, il cosiddetto “Facebook russo”. Nel 2013, quando esplosero proteste europeiste in Russia, le autorità di Mosca gli chiesero di consegnare i dati degli utenti sulla sua piattaforma. Dopo il suo rifiuto al Cremlino fu praticamente costretto a vendere l’azienda e a trasferirsi all’estero. Da lì si concentrò quindi sulla fondazione di Telegram, che nei Paesi dell’ex Unione Sovietica ha avuto un successo travolgente. Da lì passa gran parte dell’informazione indipendente in Russia.

Secondo una ricostruzione del New York Times, Durov è abituato a spostarsi continuamente con un gruppo di stretti sostenitori. A giugno avrebbe osservato che a “Dubai comincia a fare caldo, i miei amici si spostano nel Sud della Francia, è la migliore destinazione per le vacanze”. Forse sapeva – questa è la speculazione su cui si concentrano alcuni – che sarebbe stato trattenuto dalle autorità francesi e ha deciso appositamente di andare per sfuggire ai ben differenti metodi della giustizia russa.

Le presunte violenze sul figlio

Fonti stampa apprendono che la denuncia sarebbe stata presentata dalla madre del bambino nel 2023 in Svizzera, dove la donna tuttora vive con il figlio. Tuttavia la denuncia si riferirebbe a fatti avvenuti a Parigi.

La testata “Politico” rivela inoltre che un filone di sul capo di Telegram sarebbero stato avviato già il 25 marzo scorso, a partire da un caso specifico di diffusione di materiale pedopornografico, sul quale Pavel non sarebbe stato disponibile a collaborare fornendo i dati del presunto criminale. L’accusa riguarderebbe anche il fratello Nikolai in quanto cofondatore della piattaforma e sarebbe ora ricercato.

L’incontro segreto con il presidente

Secondo il Wall Street Journal, Durov incontrò in segreto il presidente francese Emmanuel Macron nel 2018. Durante quel pranzo, il capo dell’Eliseo avrebe invitato l’imprenditore russo a trasferire Telegram a Parigi. Macron ipotizzò persino di concedergli la cittadinanza francese in cambio, ma Durov fu irremovibile nel suo rifiuto. Sempre secondo il Wsj, nel 2017 gli 007 francesi presero di mira il patron di Telegram in un’operazione congiunta con gli Emirati Arabi Uniti che hackerarono il suo telefono. La sicurezza francese sarebbe stata preoccupata per l’utilizzo dell’app da parte dell’Isis.

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