Il miele italiano: proteggere un prodotto di eccellenza in pericolo

06.12.2025 12:25
Il miele italiano: proteggere un prodotto di eccellenza in pericolo

Roma, 6 dicembre 2025 – Il miele italiano è un ingrediente prezioso nel paniere del Made in Italy, la cui produzione necessita di protezione. Le minacce sono molteplici, incluse non solo la Vespa velutina, ma anche le specie aliena invasive, killer delle api. Claudio Porrini dell’Università di Bologna – allievo del noto Giorgio Celli – evidenzia: “Quando parliamo di apicoltura dobbiamo parlare di tutte le api, non solo di quelle da miele. Una delle ricerche intraprese da Celli negli anni ’80 riguardava la presenza degli apoidei selvatici. Negli ultimi 10-15 anni, il declino delle api si riferisce soprattutto agli apoidei selvatici, privi di apicoltori. Solo l’ape mellifera produce miele in abbondanza, vivendo in società stabili, mentre gli altri apoidei sono perlopiù solitari”, riporta Attuale.

Cosa vuol dire che le api sono società perenni

“L’ape da miele, anche durante l’inverno, fa società – rivela Porrini – e adotta strategie per il riscaldamento, accumulando miele per i periodi come l’autunno, l’inverno e l’inizio della primavera”. Cosa avviene a dicembre nelle arnie? Tra dicembre e gennaio “le api non escono – spiega il ricercatore – a meno che la temperatura non superi i 10 gradi; oggi con il riscaldamento globale questo è possibile. Se invece siamo sotto quella soglia, rimangono nell’alveare. È il periodo del famoso glomere.

Cos’è il glomere, l’abbraccio dinamico delle api

In parole semplici, suggerisce Porrini, “l’azione delle api è simile a ciò che faremmo noi in una stanza fredda: ci avviciniamo e ci riscaldiamo a vicenda. Il glomere è questo, un abbraccio dinamico, un circolo lento di api che si muovono dall’interno all’esterno, si danno il cambio, generando calore attraverso il rafforzamento muscolare. Se hanno cibo, riescono a superare anche inverni rigidi, fino a -40 gradi, ma è essenziale che abbiano sufficienti riserve”. Nel patto tra uomo e api, in inverno il miele non viene prelevato dall’apicoltore, “che anzi lo fornisce, se non ne hanno abbastanza”.

“Tutte le api sono in difficoltà, ecco perché”

Le difficoltà colpiscono sia le api selvatiche che quelle mellifere. “Tutte dipendono dall’ambiente circostante. Con il depauperamento ambientale, cementificazioni e monoculture, entrambe soffrono. Tuttavia, mentre le prime possono ricevere assistenza dagli apicoltori, le seconde non sempre. Questo porta a un loro declino. Anche le api da miele soffrono: producono meno e sono più soggette a malattie, in quanto il cibo disponibile è spesso di scarsa qualità”, chiarisce lo studioso.

Il problema del polline

Un altro grande problema riguarda il polline, fondamentale per le difese immunitarie delle api. “Stiamo trovando sempre meno leguminose, come erba medica e trifoglio. Con la chiusura delle stalle, il ciclo culturale ha interrotto le rotazioni tradizionali in cui erano incluse queste piante, che servivano anche per alimentare il bestiame. La soluzione radicale consiste nel promuovere la biodiversità, sia ambientale che culturale, attraverso coltivazioni variate e arricchendo il nostro ambiente con siepi e coltivazioni fiorite. È essenziale adottare un approccio che favorisce la biodiversità funzionale”, conclude Porrini.

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