Nella continua caccia alle risorse per il taglio delle tasse, la maggioranza ha inserito nel decreto Omnibus una sanatoria: chi aderisce al concordato preventivo biennale potrà usufruire di un ravvedimento ‘speciale’ e regolarizzare le tasse evase fino al 2018
Doveva essere un decreto di riordino fiscale, ma nel suo percorso in Senato è diventato un raccoglitore in cui la compagine governativa ha finito per incasellare un po’ di tutto, tanto che – in una insolita seduta domenicale – nel decreto ribattezzato “omnibus” il governo ha incasellato anche una sorta di condono fiscale.
Tra le norme accorpate al decreto omnibus – su cui il governo porrà la fiducia al Senato per tornare in seconda lettura alla Camera per il sì definitivo il 2 ottobre – figura infatti un emendamento firmato da Orsomarso (FdI), Garavaglia (Lega) e Damiani (FI) che allarga il concordato fiscale. La nuova norma rendere ancora più attrattivo il patto biennale con il Fisco riservato alle partite Iva, con la possibilità di sanare posizioni riferite agli anni pregressi.
In pratica chi tra le 4,5 milioni di autonomi e partite Iva aderirà al concordato preventivo per il 2024-25, potrà regolarizzare le somme evase nel periodo 2018-2022. Senza pagare sanzioni e rateizzando la somma anche in 24 rate. .
Come funziona il concordato
La prima cosa che occorre sapere è una data. I contribuenti hanno tempo fino al 31 ottobre 2024 per aderire al concordato 2024/2025 e avvalersi del “ravvedimento” per mettersi in regola con il fisco anche per gli anni dal 2018 al 2022, versando una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle addizionali, usufruendo di modalità di calcolo della base imponibile e di aliquote agevolate a seconda dei loro indici di affidabilità. In pratica, più sono affidabili, meno pagano.
Come calcola il Corriere della Sera è possibile dichiarare solo una minima parte dell’imponibile evaso: dal 5% per i contribuenti più affidabili, quelli cioè con un indice di affidabilità fiscale (Isa) pari a 10, al 50% per quelli con l’indice “inferiore a 3”. E su questo imponibile si pagherà un’imposta sostitutiva del 10% se l’Isa è di almeno 8, del 12% con Isa tra 6 e 8 e del 15% per chi ha un “livello di affidabilità fiscale inferiore a 6”. Inoltre per gli anni del Covid, cioè il 2020-21, l’imposta sostitutiva viene diminuita del 30%.
La sanatoria in 24 rate
Il versamento dell’imposta sostitutiva è effettuato in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025 oppure in un massimo di 24 rate mensili. Anche per l’irap, la base imponibile è calcolata con lo stesso sistema che tiene conto degli indici di affidabilità mentre l’aliquota è quella al livello più basso del 3,9%.
“Il ravvedimento concordato è uno strumento per rafforzare la compliance fiscale e incentivare il dialogo tra contribuenti e amministrazione”
Senatore Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio.
Inoltre per chi aderisce al concordato e sfruttano l’opzione del ravvedimento, i termini di decadenza per accertamento sono prorogati al 31 dicembre 2027. Per i contribuenti che invece aderiscono al concordato senza fruire del ravvedimento, i termini di decadenza per l’accertamento in scadenza al 31 dicembre 2024 sono prorogati al 31 dicembre 2025.
Chi invece non aderisce al concordato vedrà ridursi della metà la soglia per le sanzioni accessorie.
Caccia alle risorse
Con il nuovo ravvedimento il governo punta ad accentuare la raccolta dall’evasione fiscale e reperire le risorse per estendere anche al ceto medio l’annunciato taglio dell’Irpef. Secondo i dati del dossier fiscale, il ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo biennale costerà circa 986 milioni in 5 anni ma come spiega il presidente della commissione Finanze e cofirmatario dell’emendamento, Massimo Garavaglia si tratta di una copertura puramente formale: “Si sa benissimo che in realtà sono norme che poi aumentano il gettito però formalmente bisogna prevedere una copertura”.