La Corte dei conti denuncia un debito record, anche a causa dell’aggressione russa e delle spese per aiutare Kiev. I fondi post-Covid rischiano di essere spesi male senza generare le entrate previste
Un bilancio europeo con molte più irregolarità nelle spese, di cui un’enorme quantità sono da attribuire proprio all’Italia. Una situazione aggravata dalle finanze dell’Ue sempre più indebitate, soprattutto a causa delle crescenti spese volte a finanziare l’Ucraina. Questa la situazione che emerge dalla relazione della Corte dei conti Ue pubblicata il 10 ottobre. I giudici hanno ricordato che in materia di fondi del Recovery Fund, noto nel Belpaese come Piano di ripartenza e resilienza (Pnrr), il 75 per cento delle indagini sulle spese irregolari sono riconducibili all’Italia. Altro motivo d’inquietudine: non è chiaro se le spese accumulate riusciranno a generare effettivamente una crescita in grado di compensare questo super-debito. Si ha l’impressione di un “pasticcio” enorme, fatto di errori e frodi, con potenziali danni stimati in oltre 1,8 miliardi di euro.
I rischi del debito per l’aggressione Russia e per finanziare Kiev
La Corte dei conti ha lanciato l’allarme sui “crescenti rischi finanziari per il bilancio causati da un debito record, dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e dall’elevato tasso di inflazione”. L’assistenza finanziaria all’Ucraina è più che raddoppiata nel 2023, passando da 16 a 33,7 miliardi di euro. La Corte ha avvertito che trasferire nel futuro i rischi di eventuali inadempienze nei rimborsi dei prestiti potrebbe mettere il bilancio Ue “sotto pressione”. Ha anche messo in evidenza i notevoli rischi associati allo strumento per l’Ucraina istituito nel 2024 per fornire sostegno finanziario di un importo aggiuntivo massimo di 33 miliardi di euro sotto forma di prestiti per il periodo 2024-2027, a fronte del quale non è previsto l’obbligo di costituire accantonamenti.
Errori in aumento nel bilancio
I giudici hanno evidenziato che per i 191,2 miliardi di euro di spese finanziate dal bilancio il livello di errore è aumentato fino al 5,6 per cento (nel 2022 era al 4,2 per cento; nel 2021 fermo al 3 per cento). Le irregolarità sono state riscontrate anche nei 48 miliardi di euro spesi nell’ambito del Pnnr. La Corte ha messo in evidenza i numerosi pagamenti effettuati senza che fossero state soddisfatte tutte le condizioni applicabili, nonché le falle nei sistemi di controllo degli Stati membri. Richiamando i dati forniti dalla Procura europea (Eppo), i giudici hanno evidenziato come sulle 206 indagini attive in dieci Stati membri, a fine 2023 il 75 per cento dei casi si riferiscono all’Italia. Le cifre presentate dall’Eppo “confermano che il rischio di frode è presente nell’operazione Pnrr” e “mettono in discussione l’affidabilità delle dichiarazioni di gestione degli Stati membri in termini di segnalazione delle frodi rilevate e delle misure correttive adottate”, hanno sottolineato i giudici.
Dubbi sulle entrate derivanti dal Pnrr
Altra nota dolente riguarda gli errori nelle spese di “coesione”. Secondo la Corte, una delle ragioni per cui le amministrazioni nazionali non riescono a garantire un finanziamento appropriato per i progetti di coesione deriva dal fatto che devono spendere in tempi stretti denaro proveniente da fondi Ue che sono in concorrenza tra loro. Tra le situazioni che richiedono una particolare attenzione, i giudici hanno fatto riferimento all’importo totale di impegni non ancora liquidati, “che si tradurranno in futuri obblighi di pagamento se non disimpegnati”. Si tratta di una cifra record pari a 543 miliardi di euro alla fine del 2023. Allo stesso tempo il debito ha subito un’impennata, arrivando a 458,5 miliardi di euro nel 2023, con un aumento del 32 per cento rispetto al 2022. Questo soprattutto a causa dei nuovi prestiti assunti per Next Generation EU (Ngeu), pari a 268,4 miliardi di euro.
“Il debito Ue adesso è quasi raddoppiato rispetto al 2021, quando si collocava a 236,7 miliardi di euro. “Così l’UE è ora uno dei maggiori emittenti di debito in Europa, benché non sia chiaro se la proposta sulle risorse proprie presentata dalla Commissione genererà entrate sufficienti a rimborsare il debito connesso all’Ngeu”, si legge nell’audit. “Si stima che i costi aggiuntivi dell’indebitamento per l Next Generation Europe siano compresi tra i 17 e i 27 miliardi di euro”, hanno sottolineato i giudici. Infine secondo la Corte il bilancio potrebbe perdere quasi il 13 per cento del proprio potere d’acquisto entro la fine del 2025.