Il piano dell’Ue per mobilitare i risparmi fermi sui conti correnti

17.03.2025
Il piano dell'Ue per mobilitare i risparmi fermi sui conti correnti
Il piano dell'Ue per mobilitare i risparmi fermi sui conti correnti

L’obiettivo è liberare preziose risorse che servono all’economia europea per sostenere gli investimenti. Ma niente paura: non ci sarà nessun prelievo forzoso: si punta a rimuovere gli ostacoli agli investimenti

L’Ue vuole convincere gli europei a investire. L’obiettivo è far fruttare almeno una parte dei 10mila miliardi di euro dei piccoli risparmiatori che al momento sono “parcheggiati” sui conti correnti. E che non danno benefici né ai loro possessori né all’economia dell’eurozona. A riportare i contorni del piano, di cui la Commissione europea discuterà mercoledì, è il Sole 24 Ore. Che citando il testo spiega come i 10mila miliardi di cui si parla rappresentano circa il 70% dei risparmi al dettaglio dell’Ue e sono detenuti sotto forma di depositi bancari, mentre un altro 30% viene investito dai risparmiatori. Si punta a invertire la rotta. Anche per liberare preziose risorse che servono all’economia europea per sostenere gli investimenti. 

L’Ue vuole convincere i contribuenti a investire

Il progetto prevede la creazione di una “Savings and Investments Union (Siu)”, ovvero una “Unione dei risparmi e degli investimenti”. “Le relazioni di Mario Draghi ed Enrico Letta – si legge in un recente documento pubblicato sul sito della commissione europea – hanno evidenziato le inefficienze ancora presenti nei mercati dei capitali dell’Ue, in particolare uno squilibrio significativo tra risparmio e investimenti”. Se da un lato “la ricchezza dei cittadini è sottoremunerata da depositi a basso rendimento”, dall’altro “le imprese, in particolare quelle giovani e innovative, hanno difficoltà a soddisfare il loro fabbisogno di capitale a causa di opzioni di finanziamento inadeguate”.

Allo stesso tempo, prosegue la bozza, l’Ue “ha un crescente bisogno di massicce quantità di capitale per finanziare i suoi obiettivi strategici più ampi, tra cui la competitività, l’innovazione e gli investimenti verdi, digitali e nel settore della difesa”. In questo contesto, “il settore bancario rimane un’importante fonte di finanziamento” tanto che “nel 2023 i prestiti bancari ammontavano al 50,43% dei finanziamenti delle società non finanziarie”. Insomma, tradotto in parole semplici l’ambizione è quella di far fruttare i risparmi che gli europei conservano nei loro conti correnti. Sia per dare una spinta all’economia che per conseguire gli obiettivi di finanza pubblica. 

Cosa prevede il piano 

Niente paura. Nessuno metterà le mani nelle tasche dei contribuenti né costringerà i cittadini a investire. Non ci sarà un prelievo forzoso. E allora come verrebbe portato avanti il piano? Tra le proposte c’è quella di sostenere la partecipazione al mercato dei capitali “mediante prodotti di risparmio e di investimento semplici e a basso costo e anche attraverso adeguati incentivi fiscali o di altro tipo”; e poi far “confluire i finanziamenti verso imprese produttive e innovative”. Abbassare gli oneri e razionalizzare il sistema. Si punta anche a armonizzare la legislazione europea, rafforzare i meccanismi di vigilanza e rimuovere gli ostacoli alle attività finanziarie transfontaliere. Più in generale sembra che Bruxelles abbia l’ambizione di mutare l’attitudine al risparmio degli europei, anche insistendo sull’educazione finanziaria.

“I cittadini – si legge ancora nel documento – ne trarrebbero beneficio in quanto sarebbero maggiormente in grado di partecipare alla creazione di ricchezza nei mercati finanziari grazie a migliori opportunità di risparmiare e investire nel modo più appropriato e con rendimenti adeguati, anche in vista della pensione”. Ma anche le economie degli Stati membri “dovrebbero beneficiare dell’Unione del risparmio e degli investimenti grazie all’incremento degli investimenti nelle economie stesse e degli investimenti transfrontalieri, e mediante un migliore sostegno alla creazione di ricchezza delle famiglie”.

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