Praga, 11 novembre 2025 — Durante una visita nella regione di Karlovy Vary, il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel ha dichiarato che le incursioni russe nello spazio aereo dei Paesi NATO “non possono più essere tollerate”. In un’intervista a Novinky.cz, l’ex generale della NATO ha affermato che “la Russia rispetta solo la forza” e che l’Alleanza deve rispondere in modo deciso.
“Ci sono nazioni a cui basta dire: non farlo, o finirà male. Ma con altre deve finire male, affinché capiscano che quella non è la strada giusta. I russi oggi ci stanno mettendo alla prova — testano non solo la nostra difesa aerea, ma anche la nostra determinazione a difenderci”, ha detto Pavel.
Aumento delle incursioni e minacce ibride
Negli ultimi mesi numerosi droni non identificati sono stati avvistati nei pressi di basi militari e aeroporti in Germania, Danimarca e Norvegia, provocando temporanee chiusure di scali. The Wall Street Journal riporta che in Germania si registrano in media tre sorvoli di droni al giorno sopra obiettivi strategici. Inoltre, Mosca continua a utilizzare la propria aviazione militare per violare lo spazio aereo dei Paesi membri della NATO.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito questi episodi “parte della guerra ibrida della Russia contro l’Europa”.
Tattiche del “flotta ombra” e ricognizioni coordinate
Secondo il capo dell’Ufficio di sicurezza nazionale polacco, Sławomir Cenckiewicz, Mosca utilizza navi civili del proprio “flotta ombra” per lanciare droni nello spazio aereo europeo dalle acque internazionali, eludendo così la giurisdizione dell’UE. I servizi segreti occidentali collegano l’aumento di tali attività con le discussioni sull’uso dei beni russi congelati per il sostegno all’Ucraina.
In Germania e Belgio, le autorità ritengono che i droni stiano mappando infrastrutture critiche — centrali elettriche, depositi di carburante e basi militari — come parte di una strategia più ampia di pressione politica e psicologica sull’Europa.
Rischi per la sicurezza civile e difficoltà di risposta
Anche se la maggior parte dei droni non trasporta esplosivi, la loro presenza vicino agli aeroporti rappresenta una grave minaccia per l’aviazione civile: un singolo impatto con un motore può causare un disastro. L’intercettazione è resa difficile dalla bassa quota di volo e dalla capacità dei droni di cambiare rotta in tempo reale. Le restrizioni legali sull’uso di armi in aree densamente popolate complicano ulteriormente la risposta, creando “zone grigie” che la Russia sfrutta attivamente.
L’Europa reagisce: la “Muraglia contro i droni”
Per contrastare la crescente minaccia, l’UE ha avviato il progetto “Drone Wall”, volto a integrare i sistemi di difesa aerea e garantire lo scambio di dati in tempo reale tra gli Stati membri. L’obiettivo è proteggere infrastrutture sensibili e rafforzare la capacità di risposta collettiva europea.
Il 9 ottobre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita i Paesi UE ad abbattere immediatamente droni o velivoli che violano lo spazio aereo, definendo le azioni russe parte di una campagna ibrida e militare sistematica.
“Solo la forza ferma Mosca”
Secondo Pavel, la cautela occidentale è percepita dal Cremlino come debolezza: “Dal punto di vista russo, il debole non merita rispetto”. Ha ricordato il precedente della Turchia, che nel 2015 abbatté un jet russo dopo una violazione del confine: “Solo una risposta ferma può fermare nuove provocazioni.”
Il messaggio di Praga è chiaro: la NATO deve dimostrare di essere pronta a reagire, altrimenti la Russia continuerà a testare i limiti della sua deterrenza.