Il ragazzo con i pantaloni rosa, un film per guarire le ferite del bullismo

25.10.2024
Il ragazzo con i pantaloni rosa, un film per guarire le ferite del bullismo
Il ragazzo con i pantaloni rosa, un film per guarire le ferite del bullismo

Lo scorso lunedì 14 ottobre Leonardo Calcina, di appena 15 anni, si è tolto la vita in provincia di Senigallia, dove viveva con la madre. Lo ha fatto con la pistola di ordinanza che il padre, vigile urbano, custodiva nella sua cassaforte; il ragazzo ha disattivato la telecamera di sorveglianza, ha aperto l’armadio dove si trovata la pistola, si è allontanato dalla casa dove il padre viveva con la propria compagna e non ha fatto più ritorno. Sia suo padre che sua madre hanno raccontato che Leonardo era vittima di bullismo a scuola.

Nel 2012 il suicidio di Andrea Spezzacatena fu il primo caso a essere collegato direttamente al bullismo e in particolare al cyberbullismo. Teresa Manes, sua madre, dopo la morte del figlio entrò nel suo profilo Facebook con le credenziali che il ragazzo stesso le aveva dato poco prima di morire. Fu solo allora che Manes scoprì che alcuni compagni e compagne di classe di Andrea avevano creato un gruppo in cui si prendevano gioco di lui chiamato  “Il ragazzo con i pantaloni rosa”. Quel paio di pantaloni erano stati un regalo che Teresa aveva fatto ad Andrea e che lui indossava spesso anche a scuola sono diventati un simbolo della lotta al bullismo: “ho commesso molti errori con Andrea – ha detto Teresa Manes – regalargli quel paio di pantaloni non è stato tra quelli”.

Il caso di Andrea Spezzacatena è ancora ricordato non solo grazie all’impegno di sua madre – insignita nel 2022 del titolo di Cavaliere della Repubblica per la sua attività di prevenzione contro il cyberbullismo – ma anche per quella particolare circostanza, il gruppo Facebook e i pantaloni rosa, che sono rimasti impressi nella memoria collettiva. Ed è proprio il nome di quel gruppo a dare il titolo al film che ricostruisce la storia di Andrea.  

Roberto Proia, sceneggiatore e produttore del film, dice di essersi interessato alla storia dopo aver letto il libro di Teresa Manes. Proia ha detto di aver incontrato la donna dopo aver comprato i diritti del film per capire, insieme a lei, come raccontare la storia di suo figlio. Da quel momento in poi Manes ha letto il soggetto, la sceneggiatura ed è stata coinvolta in ogni passo della realizzazione del film, fino al final cut realizzato apposta per essere presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Margherita Ferri, regista del film, ha detto di aver ricevuto indicazioni precise da parte di Manes: “fate un film vitale, un film pieno di vita, com’era Andrea”.

Un teen movie sul bullismo in stile americano

Da qui, dalla volontà della madre, è partita la volontà di raccontare la storia del ragazzo coi pantaloni rosa come se fosse una commedia teen. Luci, colori, atmosfere ricordano da vicino Heartstopper – la serie Netflix che racconta la storia di formazione di alcune ragazzi e ragazzi LGBTQI+ –  e anche la scelta di ambientare metà del film in una specie di college, contribuisce a lasciare in chi guarda la sensazione di assistere a un teen movie americano. Il film segue Andrea (Samuele Carrino) dalle medie alle superiori; l’incontro decisivo per lui è quello con Christian (Andrea Arru) ragazzo bello e maledetto e con l’amica del cuore Sara (Sara Ciocca), che sembra volerlo aiutare a integrarsi. In mezzo c’è la separazione dei genitori (interpretati da Claudia Pandolfi e Corrado Fortuna) preceduta da mesi di litigi che hanno molto colpito Andrea. 

Se non si fosse tutti e tutte consapevoli del tragico finale, sembrerebbe quasi di assistere appunto a un film a una serie per teenager tutto fatto di musiche accattivanti, colori pastello e con l’immancabile lieto fine d’ordinanza. La regista Margherita Ferri ha raccontato che sul set si era creato in effetti un bel clima: cast e troupe erano talmente felici di raccontare questa storia che sembrava quasi incredibile a tutti a tutte che quella che stavano raccontando, non sarebbe stata una storia a lieto fine. 

Un’operazione di sensibilizzazione per un pubblico di giovanissimi

Arisa, che per il film ha scritto il brano che fa da colonna sonora al film, ha parlato de Il ragazzo coi pantaloni rosa come di un’operazione di sensibilizzazione e, in effetti, non esiste definizione più precisa per descrivere questo film, pensato e realizzato per parlare a un pubblico di giovanissimi.

Quando esce

Il film arriverà nelle sale per Eagle Pictures il 7 novembre ma il 4, 5 e 6 novembre ci saranno delle proiezioni mattutine riservate alle scuole. Roberto Proia ha detto che Eagle Pictures ha contattato un multisala di Senigallia per organizzare lì una proiezione speciale del film. Quando questo avverrà, sarà la comunità e soprattutto le scuole della città a deciderlo. Il cast e la troupe si sono detti disponibili a incontrare il pubblico e le scuole non per giudicare ma per ricucire. Per Leonardo, per Andrea e per le tante vittime d’odio che la politica finge di non vedere.

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