Il redditometro divide la maggioranza, Meloni costretta a intervenire: “Sospendiamo il decreto”

24.05.2024
Il redditometro divide la maggioranza, Meloni costretta a intervenire: "Sospendiamo il decreto"
Il redditometro divide la maggioranza, Meloni costretta a intervenire: "Sospendiamo il decreto"

La presidente del Consiglio tenta di stoppare il fuoco incrociato nel suo stesso esecutivo dopo la reintroduzione dello strumento anti evasione: “Sospeso per ulteriori approfondimenti”. Cosa è successo e cosa accadrà adesso

Torna il redditometro, anzi no: il decreto è “sospeso”. A mettere un punto, per ora, sulla polemica legata alla reintroduzione dello strumento per scovare gli evasori fiscali è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Ho incontrato il viceministro Leo. Ci siamo confrontati sui contenuti del decreto che era stato predisposto dagli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere questo decreto in attesa di ulteriori approfondimenti”, spiega Meloni in un video pubblicato su Instagram. Poi la precisazione: “Il nostro obiettivo è e rimane quello di contrastare la grande evasione e il fenomeno inaccettabile ad esempio di chi si finge nullatenente ma gira con il suv o va in vacanza con lo yacht senza però per questo vessare con norme invasive le persone comuni”.

Le spese sotto la lente del redditometro; c’è anche la pay tv

Facciamo un passo indietro e capiamo il perché di questo dietrofront sul redditometro. Un decreto ministeriale del 7 maggio 2024 firmato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale riattiva il redditometro, lo strumento di accertamento che dovrebbe aiutare il Fisco a stanare chi dichiara meno redditi di quanti ne disponga realmente.

Il redditometro era già in vigore, ma era poi stato accantonato. Il meccanismo è semplice: si controllano le spese fatte dal contribuente per vedere se c’è un differenza “sospetta” tra quanto dichiarato e il tenore di vita reale. Nell’elenco c’è un po’ di tutto dagli alimentari all’abbigliamento, dal mutuo alle bollette, dalle spese per elettrodomestici e arredi a quelle per i collaboratori domestici, dallo smartphone gli abbonamenti pay-tv. Qui il dettaglio delle spese monitorate.

La norma, nonostante sia contenuta in un decreto ministeriale e fosse già stata pubblicata in Gazzetta e fosse quindi effettiva, ha spaccato prima di tutto la maggioranza. Lega e Forza Italia, partiti dei vicepremier Salvini e Tajani, i primi a insorgere. La prima conseguenza è stata la richiesta di avere il viceministro Leo in Parlamento per spiegare la ratio del provvedimento. 

Poi il primo intervento di Meloni con un post sui social e l’annuncio: “Mai un grande fratello fiscale col nostro governo”. Eppure non è bastato a frenare la polemica e il fuoco incrociato nel Governo. La Lega ha anche presentato un ordine del giorno ad hoc per chiedere l’abrogazione del provvedimento. “La colpa è del Conte I e di quel governo faceva parte anche la Lega”, taglia corto un esponente di Fdi.  Così, in serata, la mossa del video su Instagram dove Meloni annuncia la sospensione.

Lascia un commento

Your email address will not be published.