Scossa Sismica Forte Colpisce la Costa Flegrea
Un forte boato avverte gli abitanti e poi la terra inizia a tremare come non accadeva da decenni. Alle 12:47, una scossa di magnitudo 4,6 della scala Richter si fa sentire in tutta la costa flegrea, rappresentando il movimento sismico più potente degli ultimi 40 anni in questa regione. Con epicentro a Bacoli e a meno di 5 km di profondità, le conseguenze del tremore si avvertono anche a Pozzuoli, Quarto e fino al Centro Direzionale. La prolungata scossa causa panico, spingendo molte persone a fuggire terrorizzate in strada. Le attività scolastiche, come gli esami di maturità in alcuni istituti, comprese le scuole di Fuorigrotta, sono costrette a fermarsi temporaneamente. Inoltre, il traffico ferroviario subisce ritardi significativi, compresi tra 60 e 120 minuti, in conformità con le procedure di sicurezza predisposte per sismi sopra la magnitudo 4.0. Dopo la scossa di 4,4 Richter registrata il 13 marzo, molti avevano sperato che il peggio fosse passato, ma l’allerta lanciata dalla direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv, Francesca Bianco, metteva in guardia: “Studi indicano che la scossa più forte in questa zona potrebbe arrivare fino a 5-5.1”. Questo solleva interrogativi sulla situazione attuale, riporta Attuale.
Oltre al tremore, si verifica un evento memorabile per i cittadini: il collasso del costone dell’isolotto di Punta Pennata, mentre numerosi bagnanti si trovano nelle acque calme. L’enorme rumore provocato dalla frana della roccia, accompagnato da una nube di polvere che si alza nel cielo, trasforma un paradiso estivo in un inquietante simbolo di vulnerabilità e pericolo. “Il costone doveva essere messo in sicurezza da tempo,” dichiara Josi Della Ragione, sindaco di Bacoli, “ma il progetto da 10 milioni non è mai partito”. Cosa aspettarsi ora? Proprio attualmente non si rilevano segni di fratture che possano suggerire imminenti eruzioni nei Campi Flegrei, né un’esplosione della caldera con fumi incandescenti che si dirigono verso il mare, come riportato dal Dipartimento della Protezione Civile. Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, sottolinea: “Vivere su un vulcano implica essere pronti a eventuali peggioramenti”. Questo tono è confermato anche dalle parole del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci: “La crisi bradisismica è una realtà con cui bisogna convivere. La dichiarazione di stato di emergenza non è di natura politica, ma tecnica, mirata a semplificare e velocizzare le procedure necessarie”.
Nell’ultimo bollettino dell’Osservatorio Vesuviano non ci sono segnali di miglioramento: solo nell’ultima settimana si sono verificati 58 terremoti, di cui 18 con magnitudo superiore a 1.0, con un picco di 3.2 registrato giorni fa. Dal 2006, anno in cui è cominciato il bradisismo, il terreno si è sollevato di circa 1,5 metri. “Perché si verifica il tremore della terra?” spiega Di Vito. “Le continue sollecitazioni generate dall’innalzamento del suolo provocano stress nelle rocce, che rispondono liberando energia e fratturandosi, generando così i terremoti”.