In Cile si presenta per la prima volta una candidata comunista alla presidenza

30.06.2025 09:35
In Cile si presenta per la prima volta una candidata comunista alla presidenza

Il Cile e la Candidatura di Jeannette Jara

Per la prima volta nella storia del Cile, la figura presidenziale che unisce tutta la sinistra è rappresentata dal Partito Comunista: Jeannette Jara, che ha ottenuto una vittoria convincente nelle primarie interne alla sinistra cilena per le elezioni del 16 novembre. Per affrontare la destra, attualmente in una posizione di forte vantaggio, Jara dovrà dimostrare le sue capacità.», riporta Attuale.

Jeannette Jara, di 51 anni, ha ricoperto fino ad aprile la carica di ministra del Lavoro nel governo di sinistra guidato da Gabriel Boric. La sua vittoria alle primarie, con il 60% dei voti, ha superato le aspettative, battendo l’ex ministra dell’Interno, Carolina Tohá, e Gonzalo Winter, sostenuto dal partito di Boric.

Questo evento si colloca in un contesto di crescente critica al governo di Boric, il quale, eletto nel 2021 con elevate aspettative, ha deluso in gran parte le promesse iniziali. L’affluenza alle primarie evidenzia questa crisi: nel 2021 si contavano 1,7 milioni di votanti per la candidatura di Boric, mentre quest’anno solo 1,4 milioni si sono espressi.

Nonostante le premesse poco favorevoli, Jara è riuscita a mobilitare l’elettorato di sinistra grazie a una campagna di comunicazione efficace e al suo carisma autentico. Originaria di un quartiere popolare di Santiago, è entrata nel Partito Comunista a soli 14 anni. Durante il suo mandato come ministra, ha partecipato a riforme significative, come la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore e l’incremento del salario minimo.

Distaccandosi dalle rigide posizioni ortodosse del suo partito, Jara si è presentata con opinioni più moderate. Ha definito il presidente venezuelano Nicolás Maduro un dittatore, evidenziando la sua inclinazione ad allontanarsi dall’ideologia tradizionale comunista.

Il suo primo discorso post-vittoria si è concentrato sull’importanza dell’unità della sinistra per contrastare le forze di destra: «Dobbiamo tenerci per mano per affrontare con unità politica e sociale l’estrema destra cilena. Dobbiamo fermarla, questo è il nostro compito».

Nel frattempo, la destra si trova in una situazione di vantaggio tale che i candidati conservatori hanno deciso di non concorrere tramite primarie, presentandosi in modo separato, certi della loro vittoria. Questo vantaggio è in parte il risultato della delusione nei confronti del governo di Boric e della crescente preoccupazione degli elettori riguardo a temi come immigrazione e criminalità, ambiti in cui la destra sembra avere maggiore appeal.

Attualmente, il candidato populista José Antonio Kast conduce nei sondaggi, facendosi forte delle esperienze precedenti e posizionandosi sul tema della sicurezza con proposte dure contro la criminalità. Kast, con circa il 24% di sostegno, è seguito da Jara con il 16% e dalla candidata di centrodestra Evelyn Matthei, che ottiene il 10% delle preferenze.

Se le elezioni di novembre non porteranno a un vincitore con maggioranza assoluta, i due candidati più votati si sfideranno in un ballottaggio previsto per dicembre. I sondaggi indicano che sia Kast che Matthei avrebbero un vantaggio di almeno 20 punti su Jara, aumentando le possibilità che quest’ultima non riesca a qualificarsi per il secondo turno.

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