Inaccessibilità di Internet in Iran: un controllo severo sulla comunicazione
A partire da mercoledì pomeriggio, l’accesso a internet in Iran è diventato praticamente impossibile. Non si tratta di un problema di connessione causato dai bombardamenti israeliani, bensì di una scelta deliberata del regime iraniano. Da giorni, le autorità avevano cominciato a limitare l’accesso a internet, giustificando la manovra con la necessità di prevenire attacchi informatici israeliani, in seguito a un attacco che ha colpito la principale banca del paese. Questa situazione pone però il regime nelle condizioni di controllare e oscurare informazioni riguardanti i danni causati dai bombardamenti, riporta Attuale.
I disagi nell’accesso a internet hanno preso piede con l’inizio del conflitto, venerdì scorso, e sono ulteriormente aumentati nei giorni successivi. Martedì sera, la larghezza di banda è stata ridotta dell’80%, per poi azzerarsi nelle ore seguenti, sostituendo la connessione abituale con una rete intranet statale, accessibile solo a siti approvati dal governo.
Al momento, sia i social media che le app di messaggistica più usate sono pressoché irraggiungibili in Iran. Anche se molti servizi erano già stati bloccati in precedenza, molti utenti riuscivano a connettersi tramite VPN, strumenti per celare l’indirizzo IP e superare i blocchi. Tuttavia, ora questi metodi risultano sostanzialmente inefficaci.
L’assenza quasi totale di internet complica enormemente le comunicazioni, limitando anche la possibilità per gli iraniani di ricevere avvisi di evacuazione emanati dall’esercito israeliano sui social media, esponendoli a ulteriori pericoli. Inoltre, diversi portali d’informazione iraniani non vengono più aggiornati.
La scorsa settimana, Elon Musk ha annunciato di aver riattivato il servizio di connessione satellitare Starlink. Sebbene ufficialmente vietato in Iran, si stima che nel paese esistano migliaia di terminali importati illegalmente per utilizzare questo servizio. Tuttavia, sia i terminali stessi che l’accesso al servizio risultano molto costosi e accessibili solo a pochi privilegiati.
Non è la prima volta che il regime iraniano attua misure restrittive sulla connessione a internet. Situazioni simili si erano verificate nel 2022, durante le proteste per la morte dell’attivista Masha Amini, e precedentemente nel 2019, in seguito all’aumento del prezzo del carburante. Secondo l’organizzazione non governativa Freedom House, l’Iran è il terzo paese al mondo per severità nella repressione dell’uso di internet, dopo Myanmar e Cina.