Roma, 19 luglio 2025 – Salvate il soldato Sala. La situazione attuale, che circonda l’inchiesta urbanistica che scuote palazzo Marino e coinvolge 74 indagati, inclusi procedimenti a carico del sindaco di centrosinistra Beppe Sala, ha portato a un silenzio sorprendente da parte dell’opposizione di destra. Romano La Russa, assessore regionale, ha dichiarato: “Aspettiamo che le indagini seguano il loro corso prima di esprimere giudizi”. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha affermato: “Non chiederò le dimissioni in relazione all’azione giudiziaria”. La premier Giorgia Meloni ha aggiunto: “Credo che la magistratura debba operare in autonomia e non ho mai pensato che un avviso di garanzia dovesse automaticamente portare a dimissioni”, riporta Attuale.
Senatrice Stefania Craxi, esponente di Forza Italia e figlia del leader socialista Bettino, ha commentato l’attuale comportamento della destra: “La destra italiana, un tempo così giustizialista durante Tangentopoli, ha ora adottato una posizione garantista”, osservando inoltre: “Da Fiuggi in poi, è emerso un riorientamento nel giudizio verso quegli eventi storici. Giorgia Meloni è riuscita a imprimere un cambio di passo significativo”.
Quali motivazioni sostengono questa trasformazione?
“Meloni è una leader astuta, capace di gestire le dinamiche politiche. È consapevole dell’importanza del primato della politica rispetto all’interferenza di altri poteri, affermandosi come modello per chi proviene da un’ideologia che ha avuto approcci ben diversi in passato”.
Le inchieste milanesi di Tangentopoli e quella corrente hanno analogie?
“Non sono paragonabili, innanzitutto per la loro essenza e il contesto storico diverso. Tangentopoli rappresentava una ‘falsa rivoluzione’ mirata a smantellare il sistema politico miscelando gravi irregolarità nei finanziamenti pubblici ai partiti, già evidenti all’inizio della Repubblica durante la Guerra Fredda. Oggi, la politica è assente: si tratta di individui e di lobby forti che duplicano le gestioni facilmente corrompibili. Tuttavia, alcune delle affermazioni che ho letto mi sorprendono. Sembra che tutto il panorama economico milanese sia in debito con i subappaltatori coinvolti nei progetti per loro.”
Non vi è alcuna similitudine, dunque?
“Analogamente a quel periodo, oggi assistiamo a processi pubblici amplificati dai media, che fungono da eco per condanne preventive, privi di un iter processuale. Inoltre, si intravede una parte dello stato che si intromette nella politica come una polizia morale, piuttosto che agire in modo equo e giudiziario”.
Dunque, secondo il suo punto di vista, in 35 anni non è cambiato nulla?
“Il nostro Paese, intrappolato nella sua guerra civile protratta nel tempo, non ha saputo imparare dalla sua storia, ed è per questo che continuerà a ripetere gli stessi errori”.
Milano è di nuovo sotto i riflettori. Qual è il rischio?
“Vi è un pericolo concreto di compromettere una parte significativa del sistema economico milanese, minacciando grandi aziende e migliaia di posti di lavoro, il che avrebbe ripercussioni negative su tutta l’economia nazionale. Questo è un rischio da evitare a tutti i costi”.
Quali critiche muove a Beppe Sala?
“Sala, come una volpe astuta, si rende conto ora delle distorsioni in atto nel sistema politico-giudiziario. Tuttavia, le sue scelte hanno trasformato Milano in una città perricchi e single, escludendo giovani, studenti e famiglie di ceto medio e abbandonando le periferie”.
Come prevede l’esito dell’inchiesta?
“Rimango fermamente garantista: ciò che ci troviamo a leggere non è una sentenza, ma solo il punto di vista degli inquirenti. Non auguro a Sala, il quale per anni ha negato a Bettino Craxi il riconoscimento di un luogo pubblico, di affrontare un simile destino, ossia quello di essere giudicato dall’opinione pubblica sulla base di ipotesi o del principio del ‘non poteva non sapere’”.
Passiamo alla sinistra. Com’è la situazione?
“A sinistra, i discendenti di Berlinguer, che piantò i semi del moralismo militante nel comunismo, si sono trovati impantanati nell’uso del giustizialismo contro gli avversari, accumulando responsabilità gravi e rimanendo ostaggi delle contraddizioni. Oggi, per non incorrere nell’accusa di purismo, stanno cedendo ai pentastellati…”.