Giusi Bartolozzi indagata per false dichiarazioni nel caso Almasri
Giusi Bartolozzi, capo gabinetto del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è stata iscritta dalla Procura di Roma come indagata per il reato di false dichiarazioni al pm, a seguito delle informazioni rilasciate al Tribunale dei Ministri e ritenute mendaci, nell’ambito di una parte della inchiesta sul caso Almasri, che vede il guardasigilli indagato per omissione di atti di ufficio e favoreggiamento. Per lui, per il capo del Viminale, Matteo Piantedosi, e per il sottosegretario Alfredo Mantovano, la Procura ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere. Bartolozzi, tuttavia, si trova in una posizione delicata, poiché il suo ruolo nella vicenda del comandante libico accusato di crimini contro l’umanità, arrestato in Italia e poi riportato a Tripoli con un volo dei servizi, è considerato centrale. La versione fornita da Bartolozzi è stata definita “inattendibile” e “mendace”, di qui l’iscrizione al registro degli indagati, riporta Attuale.
Oggi, la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera discuterà dell’eventualità di estendere anche a Bartolozzi lo ‘scudo’ dell’immunità previsto per i ministri. Sebbene non sia atteso un vero e proprio punto di discussione all’ordine del giorno, la questione sta creando tensioni all’interno della maggioranza, generando preoccupazioni oltre il solo ambito politico.
“Massima solidarietà”, ha dichiarato Nordio alla notizia dell’indagine, ribadendo la difesa della sua dirigente: “Esprimo la mia piena e incondizionata solidarietà al mio Capo di Gabinetto. La dottoressa Giusi Bartolozzi – ha scritto il ministro – ha sempre agito nella massima correttezza e lealtà, informandomi tempestivamente ed esaurientemente delle varie fasi della vicenda Almasri e di tutti gli aspetti ad essa relativi. Sulla base di questi ho fondato le mie valutazioni”. Queste parole rispecchiano quelle già pronunciate in precedenza, dopo la richiesta di autorizzazione. “Tutte le sue azioni – affermò – sono state esecutive dei miei ordini”.
In quell’occasione, il ministro ha inoltre assunto la “responsabilità politica e giuridica” su quanto avvenuto dopo il fermo a Torino del generale libico a gennaio, dichiarando che un’eventuale incriminazione di Bartolozzi sarebbe configurata come una “strumentalizzazione politica della giustizia”. Nel documento di circa 100 pagine, i pm affermano che la versione fornita da Bartolozzi “è intrinsecamente contraddittoria”, poiché da un lato sostiene di aver informato il ministro subito dopo aver appreso della cattura di Almasri, mentre dall’altro non ha ritenuto opportuno mostrargli la bozza preparata dai tecnici in risposta alle richieste riguardanti il fermo.
L’opposizione ha espresso forti critiche: “Il caso Almasri rischia di diventare il Watergate italiano. Questo minaccia la credibilità delle istituzioni e mette in discussione il rispetto stesso dello Stato di diritto,” ha affermato Angelo Bonelli (Avs). “Liberare un criminale assassino e stupratore non è solo stato un atto contro la legge del governo Meloni, ma anche contro la dignità dell’Italia e la morale pubblica”.