Indagata la compagna di Ragnedda per favoreggiamento: “ripulito il sangue in casa”

30.09.2025 20:25
Indagata la compagna di Ragnedda per favoreggiamento: “ripulito il sangue in casa”

Il numero degli indagati per il favoreggiamento nel caso dell’omicidio di Cinzia Pinna sale a due, con Luca Franciosi, 26 anni, e Rosamaria Elvo, compagna di Emanuele Ragnedda, coinvolti nelle operazioni di occultamento delle prove dopo il delitto avvenuto nella tenuta ConcaEntosa. Ragnedda, che continua a sostenere di aver agito da solo, è accusato di aver sparato alla vittima con una Glock, mentre Franciosi ed Elvo avrebbero collaborato a rimuovere gli effetti personali della vittima e a pulire l’abitazione, riporta Attuale.

L’accusa alla compagna: la casa ripulita, il divano nuovo

Secondo le indagini, Elvo avrebbe assistito Ragnedda nei giorni successivi all’omicidio, contribuendo a rimuovere le tracce del crimine e accompagnandolo nell’acquisto di un nuovo divano per sostituire quello su cui erano rimaste le tracce di sangue. I due sono stati avvistati insieme in un ristorante di Olbia poco dopo l’omicidio. Inoltre, sono accusati di aver aiutato Ragnedda a far sparire il telefonino e lo zainetto di Pinna. Le autorità stanno anche esaminando le comunicazioni tra Elvo e Franciosi, giardiniere di professione. All’attenzione degli inquirenti ci sarebbero anche altre due donne legate all’imprenditore vinicolo.

L’autopsia e il nuovo sopralluogo degli investigatori

“Abbiamo richiesto di essere ascoltati dagli inquirenti”, ha dichiarato Nicoletta Mani, avvocato di Franciosi, dopo l’aggiornamento del capo d’accusa. “Il capo di imputazione è in fase di evoluzione. Ci è stato notificato oggi il conferimento degli incarichi ai medici legali per l’autopsia”, ha aggiunto. L’esame autoptico è fissato per il 2 ottobre a Sassari, sotto la direzione del medico legale Salvatori Lorenzoni. Un nuovo sopralluogo della Arma nella tenuta ConcaEntosa è previsto nei prossimi giorni, al quale parteciperà anche Ragnedda.

L’aggressione nella notte tra l’11 e il 12 settembre

Ragnedda è sotto interrogatorio e la sua partecipazione al sopralluogo sarà cruciale per mettere a fuoco gli elementi raccolti. Questo potrebbe offrire una ricostruzione dettagliata della notte tra l’11 e il 12 settembre, quando Pinna è stata uccisa e degli eventi che ne sono seguiti.

Ragnedda: “Mi si è avventata contro con un coltello”

L’imprenditore sostiene di essere stato aggredito dalla Pinna: “Mi si è avventata contro con un coltello preso dalla cucina. Mi ha tagliato la lingua e io le ho sparato”, cercando di giustificare l’accaduto come un eccesso di legittima difesa.

Il vino, la cocaina e il movente dell’omicidio: ipotesi aggressione sessuale respinta

Si sa che al momento dell’incontro, Pinna era in condizioni compromesse, barcollando e urlando. Ragnedda l’ha fatta salire in auto, offrendole vino e cocaina nella sua abitazione. L’ipotesi investigativa considera un possibile approccio sessuale rifiutato dalla vittima, seguito da una colluttazione conclusasi tragicamente con la sua morte. Recentemente, i carabinieri hanno rinvenuto un cuscino con un foro, tende e un tappeto da bagno pieni di sangue a Costa Serena, e le analisi determineranno se esiste un collegamento con l’omicidio.

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