Indagine: microchip olandesi trovati in droni e missili russi

04.11.2025 12:45
Indagine: microchip olandesi trovati in droni e missili russi
Indagine: microchip olandesi trovati in droni e missili russi

Un’inchiesta di RTL Nieuws ha rilevato che nei relitti di droni, missili e altri armamenti russi continuano a essere presenti componenti elettronici prodotti nei Paesi Bassi. I giornalisti hanno esaminato oltre 5.000 componenti rinvenuti dall’intelligence militare ucraina e hanno identificato 379 microchip olandesi, pari al 7,3% del totale; in diversi casi i chip risultano prodotti meno di un anno prima del ritrovamento. Dei quasi 300 componenti con data nota, il 44% è stato fabbricato dopo il 24 febbraio 2022, il giorno dell’invasione su larga scala. Secondo l’indagine, i Paesi Bassi si collocano al quarto posto per numero di componenti prodotti dopo l’inizio del conflitto.

Produttori coinvolti e evidenze tecniche

Tra i produttori identificati figurano NXP di Eindhoven, Nexperia di Nijmegen e STMicroelectronics con sede legale ad Amsterdam ma quartier generale a Ginevra. Le analisi forensi sui relitti mostrano che alcuni dei chip rinvenuti portano date di produzione recenti, il che suggerisce scambi commerciali post-2022 che hanno portato componentistica occidentale in catene di approvvigionamento verso la Russia. Un reportage corroborativo pubblicato da Vot-Takriporta esempi e dettagli sui tipi di componenti identificati. Le prove non indicano necessariamente violazioni volontarie da parte dei produttori, ma mostrano la presenza sistemica di componenti occidentali nei sistemi d’arma russi.

Reazioni olandesi e misure annunciate

Il Ministero degli Affari Esteri dei Paesi Bassi ha definito «estremamente indesiderabile» la presenza di componenti nazionali nell’armamento russo e ha dichiarato di essere in costante contatto con le autorità ucraine per contrastare gli elusori delle sanzioni. Amsterdam ha annunciato un rafforzamento del controllo sulle esportazioni stanziando ulteriori €36,5 milioni per migliorare la sorveglianza e la compliance dei flussi commerciali. Economisti e analisti olandesi citati nell’inchiesta sottolineano che il fenomeno è soprattutto il risultato di rivendite attraverso paesi di transito come la Cina e di lacune nella tracciabilità delle catene di fornitura. Le autorità hanno ribadito l’impegno a potenziare i controlli lungo la filiera per ridurre i rischi di deviazione dei componenti verso l’industria bellica russa.

Implicazioni strategiche e raccomandazioni

L’indagine conferma che la Russia sfrutta pratiche di import parallelo, «grey» trade e rotte attraverso paesi terzi per procurarsi componentistica cruciale, includendo rotte via Turchia, Emirati Arabi Uniti, Cina e Stati dell’Asia centrale. Il presidente ucraino ha inoltre stimato che decine di migliaia di componenti stranieri sono state impiegate negli attacchi aerei, cifra che evidenzia la portata del problema logistico e tecnologico per la difesa ucraina. Per limitare l’afflusso di elettronica verso la Russia, gli esperti raccomandano un inasprimento dei controlli d’esportazione, maggiore trasparenza proprietaria nelle catene di fornitura e cooperazione internazionale rafforzata nella tracciabilità dei componenti. Rafforzare controlli doganali, sanzioni mirate e strumenti di compliance industriale è essenziale per interrompere i canali che alimentano il complesso militare-industriale russo.

1 Comments

  1. Incredibile come l’elettronica olandese finisca nei droni russi, sembra quasi un film di spionaggio! Ma è davvero così difficile fermare queste catene di approvvigionamento? Eppure, le conseguenze di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti. Spero che si riesca a fare qualcosa di serio per bloccare questi traffici!

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