Una volta bastavano le vitamine. Oggi, gli scaffali delle farmacie traboccano di integratori per ogni disturbo, reale o percepito: digestione lenta, sonno difficile, difese immunitarie giù, intestino pigro, stanchezza cronica. La domanda è chiara: gli italiani vogliono sentirsi meglio, subito. E il mercato risponde.
I numeri parlano chiaro. Tra maggio 2024 e aprile 2025, sono state vendute in farmacia oltre 203 milioni di confezioni di integratori alimentari. Un business che sfiora i 4 miliardi di euro. E la tendenza non rallenta: solo nei primi quattro mesi del 2025, le confezioni distribuite sono state 68,6 milioni, per un giro d’affari di 1,3 miliardi. Crescita netta: +2,4% a volumi e +4,7% a valori rispetto allo stesso periodo precedente.
I settori più “gettonati”
Secondo i dati della Pharma Data Factory, tre categorie assorbono la fetta più grande del mercato:
- Apparato digerente
- Vitamine, minerali, tonici e stimolanti
- Apparato respiratorio
Insieme, queste tre aree coprono 65% delle confezioni vendute (44,7 milioni) e quasi il 59% del fatturato (774,9 milioni di euro). Un indicatore forte di dove si concentrano i bisogni – o le ansie – dei consumatori.
I prodotti più venduti
Tra i brand, Grintuss Adulti domina la scena con 783.000 confezioni vendute, in crescita dell’8,2% rispetto all’anno scorso. Segue Lactoflorene Plus (725.000), che perde leggermente quota (-0,3%), mentre Grintuss Pediatric cala del 9,6% (597.000 confezioni).
Altri nomi noti:
- Cebion: +8,3%, 578.000 confezioni (vitamina C “storica”)
- Zzzquil Natura: +2,3%, 532.000 (rimedio naturale per il sonno)
- Neobianacid: -3,2%, 521.000 (disturbi gastrici)
- Sideral Forte: +4,7%, 486.000 (ferro)
- Prolife 10 Forte: +11%, 485.000 (probiotici)
- Yovis: +13,3%, 450.000
- Enterolactis Plus: -0,9%, 446.000
Un fenomeno in crescita, ma da gestire
In sintesi, l’integratore è diventato un compagno quotidiano per milioni di italiani. Eppure, dietro l’apparente innocuità del “prodotto naturale” si nasconde il rischio di abusi, doppioni, interazioni farmacologiche o semplicemente spreco di denaro.
Chi li sceglie dovrebbe farlo con criterio, consultando il medico o il farmacista, e ricordando che nessuna pillola può sostituire ciò che si mangia, come si vive e quanto ci si muove.