Intercettazioni su mafia e appalti: ritrovati i brogliacci dopo 33 anni

06.07.2025 06:55
Intercettazioni su mafia e appalti: ritrovati i brogliacci dopo 33 anni

Ritrovati i Documenti delle Intercettazioni sull’Inchiesta Mafia e Appalti

I documenti contenenti le intercettazioni dell’indagine Mafia e Appalti sono stati ritrovati e Forza Italia richiede di esaminarli in Commissione antimafia. Il Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta ha scoperto i riassunti e gli appunti delle intercettazioni che interessavano Paolo Borsellino in un archivio della sede di Palermo. Le bobine erano già state trovate mesi fa, mentre i brogliacci sono stati rinvenuti in quattro buste gialle timbrate dalla GdF nel 1992, coperte di polvere e abbandonate a terra.

I BROGLIACCI E LA STRAGESecondo un documento firmato dall’ex pm di Palermo, Gioacchino Natoli, tali nastri dovevano essere distrutti. Un accertamento tecnico calligrafico ha rivelato che la richiesta di distruzione era stata aggiunta a penna da Giuseppe Pignatore. Entrambi gli ex pm sono attualmente indagati a Caltanissetta per favoreggiamento di Cosa Nostra. Durante un interrogatorio avvenuto recentemente, Natoli ha espresso il suo parere riguardo alla presunta mancata distruzione dei documenti. L’accusa sostiene ci sia un legame tra la strage di via D’Amelio e il tentativo di insabbiamento dell’indagine sui rapporti tra i gruppi imprenditoriali del Nord e i clan mafiosi dei costruttori Antonino e Salvatore Buscemi e Franco Bonura a Massa Carrara.

L’INCHIESTA INSABBIATALe indagini emerse sono state suggerite più volte dai carabinieri del Ros, Mario Mori e Giuseppe De Donno. Secondo l’accusa, Natoli avrebbe collaborato con l’allora procuratore capo, Pietro Giammanco, il capitano della Guardia di Finanza, Stefano Screpanti, e Pignatone per favorire gli accusati, consentendo loro di eludere le indagini. In particolare, Natoli, ricevuta la documentazione da Massa Carrara, avrebbe condotto un’”indagine apparente”, richiedendo l’autorizzazione per intercettazioni limitate a meno di 40 giorni e riguardanti solo una parte degli indagati. Inoltre, si sarebbe accordato con Screpanti per omettere la trascrizione di “conversazioni particolarmente rilevanti, ritenute autonomi fatti di reato”, contribuendo così a inficiarne l’efficacia.

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