Istria. Il flop della DDI, la risalita dell’SDP e la conferma degli indipendenti

20.05.2025
Istria. Il flop della DDI, la risalita dell’SDP e la conferma degli indipendenti
Istria. Il flop della DDI, la risalita dell’SDP e la conferma degli indipendenti
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Che cosa ci ha detto il primo turno delle amministrative nella Regione istriana e nella Città di Pola? Le prime cose che danno nell’occhio sono la caduta della Dieta Democratica Istriana, la risalita del Partito Socialdemocratico e la tenuta degli indipendenti.

Iniziamo dai grandi sconfitti di questa tornata elettorale, la DDI dopo tre decenni e mezzo non avrà un suo rappresentante nel ruolo di presidente della Regione istriana. Qualcuno obietterà che già da anni Boris Miletić (approdato al ballottaggio dove se la vedrà con Sanja Radolović) non fa più parte del partito della capra, ma va detto che quando fu eletto nel 2021 aveva ancora il tesserino del partito che l’ha lanciato nella sfera politica. Una vera batosta per la DDI, che comunque non era da escludere a priori, in quanto chi è passato al primo turno aveva le credenziali per fare il passo verso la finale. A nulla è valsa la candidatura dello stesso presidente del partito Dalibor Paus al ruolo di presidente della Regione, a nulla, a conti fatti, è valso il rispolvero in politica di Dino Kozlevac (il nome sulla bocca di tutti durante la crisi del coronavirus). Alla fine come in una squadra di calcio quando i risultati non vanno a pagare è sempre l’allenatore e Dalibor Paus ha fatto l’unica mossa possibile: ha rassegnato le dimissioni quando era ancora in corso lo scrutinio dei voti. Anche per evitare domande scomode nei giorni dopo il voto.

Evidentemente l’addio di Boris Miletić alla DDI (prima che venisse espulso lui stesso) ha fatto più male al partito che allo stesso Miletić. Ora per la Dieta Democratica Istriana ci sarà un difficile periodo di transizione nel quale dovrà ricompattare le file (è un segreto di pulcinella che molti appartenenti al partito hanno votato per l’ex leader, Miletić). Magra consolazione per la DDI il fatto di aver ottenuto la più alta percentuale nelle votazioni per la lista dell’Assemblea regionale (30, 41 p.c). Infatti per poter avere la maggioranza dovrà andare in coalizione con qualche altra frazione.

Più o meno la stessa cosa è accaduta a livello cittadino. Anche a Pola la lista della DDI e partner ha ottenuto il maggior numero di voti (20,35 p.c.) per la composizione del Consiglio cittadino, ma secondo alcuni calcoli non dovrebbe andare oltre ai 5 seggi (su 21). Quattro anni fa la candidata sindaca della DDI Elena Puh Belci aveva superato il primo turno con il 35,01 p.c. dei voti, mentre il futuro sindaco ne aveva conquistati 18,26. Questa volta il rappresentante dietino Valter Boljunčić non è andato oltre il 16,56 p.c. Un’altra conferma della Caporetto della Dieta Democratica Istriana. Soltanto a Dignano, con Igor Orlić sindaco e la maggioranza in Consiglio (7 su 13) è andata bene.

Tra gli sconfitti del primo turno sia a livello regionale che cittadino va sicuramente annoverata la piattaforma Možemo!. Nella corsa alla carica di presidente della Regione, Slaven Boljun, è finito all’ultimo posto tra i cinque candidati in lizza, ma quello che fa maggiormente clamore è il magro bottino ottenuto dalla parlamentare Dušica Radojčić in corsa per il ruolo di sindaco a Pola. Se non sorprende il fatto che sia stata superata in classifica da Filip Zoričić, da Peđa Grbin e da Valter Boljunčić, sorprende invece che a superarla siano stati anche gli indipendenti Goran Mihovilović e Lorena Boljunčić. Un segno che la politica di Možemo! apprezzata a Zagabria non ha avuto riscontro in Regione e a Pola. Nella lista dei delusi inseriremo infine l’HDZ: se il quarto posto di Anton Kliman nella corsa al ruolo di zupano poteva essere nelle aspettative, l’ottavo posto di Sean Soldatić a Pola non può sicuramente soddisfare gli appetiti del partito al governo in Croazia.

Si diceva che il Partito Socialdemocratico è il vero vincitore delle elezioni in Regione e in città in quanto ha fatto l’en plein. Entrambi i parlamentari, Sanja Radolović e Peđa Grbin, hanno superato la prima selezione. Sanja Radolović ha approfittato della scissione tra la DDI e Boris Miletić ottenendo il maggior numero dei consensi che l’hanno messa in pole position al ballottaggio di inizio giugno. Non è in pole position, ma è comunque in prima fila Peđa Grbin che al secondo turno se la vedrà con Filip Zoričić. E l’SDP è legittimato anche a sognare in grande ovvero sperare nella doppietta – presidente della Regione istriana e sindaco di Pola. Sia Radolović che Grbin comunque dovranno fare i conti con i “campioni in carica” ovvero lo zupano uscente Boris Miletić e il sindaco uscente Filip Zoričić.

Questi ultimi due, a capo di liste indipendenti, sono pure tra i promossi della prima tornata di voto. Essere al potere porta dei vantaggi e anche dei rischi. Se da una parte la visibilità è massima, dall’altra tante delle decisioni prese, volenti o nolenti, non vanno a genio degli elettori. Ma nella prima tornata il fatto che hanno governato negli ultimi quattro anni la Regione e la Città non è stato un handicap. Ma attenzione, siamo soltanto al primo turno. Il primo giugno si parte da zero e al momento attuale è davvero difficile fare previsioni. Può finire sia in un senso o che nell’altro.

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