Il partito della Lega ha comunicato di non essere aperto a negoziati, mentre i berlusconiani e i democratici sembrano avvicinarsi sempre di più sul tema della cittadinanza, riporta Attuale.
Una nuova frattura si è creata all’interno della maggioranza. Dopo aver mostrato disponibilità sullo ius scholae, Forza Italia sembra aver stabilito un accordo con il Pd. Sebbene le due proposte di legge presentino tempistiche diverse per conferire la cittadinanza ai bambini nati all’estero che frequentano le scuole italiane, sia i democratici che i berlusconiani si sono dimostrati propensi al dialogo. D’altro canto, la Lega ha risposto in modo severo, criticando entrambi i partiti per «non comprendere la realtà delle scuole italiane».
L’apertura del Partito Democratico sullo ius scholae
«La disponibilità di Forza Italia sullo Ius Scholae è una notizia positiva. È necessario adesso tradurre le parole in azioni concrete», ha affermato la vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata democratica, Pina Picierno. Anche Piefrancesco Majorino, responsabile del Pd per l’immigrazione e fidato collaboratore di Elly Schlein, ha commentato le affermazioni di Antonio Tajani, il quale ha dichiarato che il partito è «pronto a discutere con tutti». Majorino ha poi sottolineato che l’obiettivo del Pd è, al di là delle manovre politiche, quello di avanzare verso una modifica della legge sulla cittadinanza.
Forza Italia voterà accanto ai democratici
Un acceso scambio di opinioni tra maggioranza e opposizione si è innescato proprio il 3 luglio, a seguito delle dichiarazioni del portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, il quale, in un’intervista a Repubblica, ha affermato: «Siamo pronti ad approvare lo ius scholae anche con le opposizioni». Forza Italia, quindi, sarebbe disposta a creare una rottura all’interno della maggioranza pur di supportare la proposta. Le risposte da parte dell’opposizione non sono tardate ad arrivare, con il Movimento 5 Stelle che ha ribadito la propria posizione. «È una nostra battaglia da anni; se Fi è coerente, ci fa piacere», ha dichiarato Giuseppe Conte.
La reazione della Lega
La Lega ha manifestato apertamente il proprio disaccordo, opponendosi sia alla proposta di legge che all’alleanza tra democratici e berlusconiani. «Chi propone una simile iniziativa non ha idea della realtà che vivono le nostre scuole. Bambini che giungono alla secondaria conoscono solo 19-20 parole in italiano. Siamo contrari a concedere la cittadinanza a un ragazzo che non ha nemmeno una conoscenza basilare della lingua», ha affermato Rossano Sasso, deputato del Carroccio. Anche la vicesegretaria Silvia Sardone ha espresso chiaramente: «Non siamo aperti a trattative riguardo allo ius scholae».
Le due differenti proposte, che potrebbero trovare un compromesso
La proposta di legge sostenuta da Forza Italia non può essere definita un vero «ius scholae», in quanto è più restrittiva. «Noi – ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani – abbiamo una proposta di legge conosciuta come Ius Italiae. Una parte è diventata legge grazie all’inclusione dello Ius sanguinis; ora ci occupiamo dello Ius scholae. E la nostra proposta differisce da quella del Pd. Stabiliamo che siano necessari 10 anni di scuola con profitto». D’altro canto, il Pd sostiene che sarebbero sufficienti 5 anni di scuola in Italia per consentire ai bambini nati all’estero e arrivati prima dei 12 anni di poter acquisire la cittadinanza. Ora la proposta dovrà passare all’attenzione delle Camere, dove sarà realmente votata.