La proposta di cittadinanza di Antonio Tajani e le reazioni dei politici
“Ne parlo come segretario di partito”. Antonio Tajani sottolinea che la sua proposta riguardante la cittadinanza non ha intenzione di “mettere in difficoltà il governo”. Tuttavia, durante l’ultima giornata del Forum in Masseria, il vicepremier si trova a dover affrontare la netta bocciatura del suo Ius Italiae, non scholae, ricevuta dalla premier Giorgia Meloni e ribadita in seguito dal suo alleato Matteo Salvini. Così, mentre discute di temi come dazi e guerre, sono le parole di Tajani, leader di Forza Italia, a ricondurre la discussione sulla questione della cittadinanza, ripetendo più volte che, contrariamente a quanto affermato dai suoi alleati di governo, la sua proposta è effettivamente parte integrante del programma del centrodestra. “Punto 6, ‘Integrazione economica e sociale dei migranti regolari’”, afferma Tajani, rivolgendo il suo messaggio a Fratelli d’Italia e Lega.
La domanda sollevata dal ministro degli Esteri è: “Non è integrazione sociale concedere la cittadinanza a chi, pur non essendo nato in Italia, completa un ciclo scolastico di dieci anni imparando la lingua, la storia e la geografia del nostro Paese?”. Il riferimento ai dieci anni, sottolinea, è importante, contrariamente ai cinque sostenuti dalle opposizioni durante il referendum. “Voglio essere chiaro: non si tratta di una norma per facilitare, ma di rendere la concessione della cittadinanza una questione seria”. Da ciò emerge che non ci si deve illudere di possibili alleanze con la sinistra. “Il mio obiettivo è convincere i miei alleati a sostenere la proposta in Parlamento”.
Parlando di Parlamento, una parte della misura dello Ius Italiae è già legge, quella che ha preso di mira i discendenti di italiani all’estero; “Grazie a questa norma abbiamo già revocato la cittadinanza a cinque membri di Hezbollah!”. Anche se tale norma è già stata approvata, Tajani sottolinea che non era esplicitamente prevista nel programma di governo. Nonostante questa questione non rappresenti la priorità di Forza Italia, che rimane concentrata sulle riforme di giustizia e sull’alleggerimento della pressione fiscale, Tajani sostiene che un centrodestra moderno debba affrontare proposte serie, a differenza della sinistra meno rigorosa.
Il modello di riferimento di Tajani è l’antica Roma, poiché “la paura di integrare rappresenta una debolezza; la vera forza sta nella propria identità”. Non ci si può aspettare rispetto insultando il diverso, come nel caso della leghista Silvia Sardone che ha sollevato interrogativi sulle bambine costrette a portare il velo a scuola. A miglia di distanza, Matteo Salvini, presente all’Expo di Osaka, esprime un netto rifiuto alla proposta di Tajani: “Invitiamo Tajani a mettere da parte ogni polemica sulla riforma della cittadinanza. Non passerà mai, non è prevista nel programma del centrodestra, e neppure è stata accettata nel recente referendum promosso dalla sinistra. Dobbiamo concentrarci sul nostro programma”.
Convincere gli alleati a sostenere la proposta appare come un compito arduo. Un ulteriore ostacolo si manifesta attraverso le parole di Giuseppe Conte, che critica Meloni riguardo ai migranti e sugli aspetti economici della difesa. Quando gli viene chiesto di commentare le affermazioni di Tajani sulla cittadinanza, Conte ricorda che il suo Movimento 5 Stelle è stato il primo a proporre uno ius scholae nella precedente legislatura. Tuttavia, durante il referendum, il movimento aveva reso i propri membri liberi di votare come volevano.
Conte invita Tajani a “evitare l’ennesimo teatrino” e, con una certa ironia, fa notare che tali discussioni di solito emergono durante i mesi estivi, solo per poi svanire nel nulla. La chiara allusione evidenzia, però, una potenziale apertura al dialogo, invitando anche il resto del centrosinistra a partecipare attivamente. Riccardo Magi di +Europa sfida Tajani, chiedendogli di “smettere di parlare” di cittadinanza e di essere conseguente, promettendo di sediarsi al tavolo del Parlamento per un confronto serio. Così, si apre la possibilità che Tajani riesca a convincere i suoi avversari piuttosto che i suoi alleati.